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A proposito di un cronografo Minerva con calibro 13-20CH
Nel 1898, i figli del fondatore dell’azienda Minerva, Charles-Yvan (che aveva sposato il 15 giugno 1863 Adèle-Emma Blancpain [1841-1913], una delle figlie di Frederic-Emile Blancpain, e sorella di Jules-Emile, proprietario dell’Azienda “Fabrique d’horlogerie Emile Blancpain”, anch’essa situata a Villeret), Charles-Auguste (1865-1910) e Georges-Louis Robert (04.10.1870-1918) proseguirono l’attività sulle orme dei fondatori e procedettero ad ammodernare radicalmente l’attività operativa; nel 1902 si associò all’impresa anche il terzo fratello, Yvan, nato nel 1878.
L’impresa si sviluppò lentamente ma costantemente. Partecipò alle Esposizioni Universali di Anversa del 1885 (gruppo II, classe 21) e di Parigi del 1889 (gruppo III, classe 26), ove si guadagnò, in entrambe le manifestazioni, una medaglia di bronzo “per la qualità e la cura nella produzione delle parti componenti”. Nel 1902, sotto la direzione dei tre fratelli Robert, alla sede storica del 1875 furono aggiunte due ali per installare un laboratorio d’orologeria e un’officina con macchine utensili per la produzione di movimenti e casse in nickel ed in argento per orologi da tasca: Minerva si trasformò così in una “manifattura” di orologi. Il nome dell’Azienda cambiò, comunque, parecchie volte, iniziando come “Fabrique Robert Freres” il 1° febbraio 1898 quando i due figli succedettero al padre, poi “Fabrique des Faverges, Robert Freres” il 31 marzo 1902, quando anche il terzo fratello, Yvan, si associò all’impresa; il 23 febbraio 1918 la ragione sociale cambiò in “Fabrique des Faverges, Robert Freres S.A.”, quando, dopo la morte di Charles-Auguste nel 1910 e Georges-Louis nel 1918, suo fratello più giovane, Yvan, prese le redini della Manifattura insieme alla vedova di Georges, Lucie Fanny Failletaz L’Epèe (nata il 01.07.1877) e ad un socio, Max-Georges Umiker; quindi, con l’ingresso di altri soci, Paul-Arnold Schmid e Georges-Renè Umiker “Fabrique d'horlogerie Minerva, Robert Freres S.A.” il 3 agosto 1923 e finalmente, il 30 dicembre 1929, “Fabrique d’horlogerie Minerva S.A.”, dopo le dimissioni di Lucie Fanny Failletaz e di Yvan Robert, che si trasferì a Ginevra dove fondò l’Azienda d’orologi “Montre de Sport Genève S.A.” o “Geneva Sport Watches Ltd”, il 26 febbraio dell’anno 1930.
Nel 1902, sotto la guida dei tre fratelli, alla sede storica dell’azienda Minerva, risalente al 1875, furono aggiunte due ali dove furono installate un laboratorio d’orologeria e un’officina con macchine utensili per la produzione di movimenti e casse per orologi in nickel ed in argento: Minerva si trasformò così in una “manifattura” di orologi.
I calibri prodotti dall’Azienda erano indicati da sigle, in cui il primo numero si riferisce al diametro in linee francesi (”’), dove 1 linea è pari a 2,252 mm; il secondo, invece, è il numero progressivo di registrazione del movimento sulla “Lista dei Disegni e dei Modelli” che era il catalogo Ufficiale svizzero, pubblicato con cadenza quindicinale, dove i vari modelli venivano registrati (1).
Il raffinato calibro Minerva 13”’-20CH, un cronografo con movimento di 12 ¾ linee, pari ad un diametro di 28,80 mm, 6,4 mm di spessore, apparve sul mercato con la I serie il 11.12.1923, con un lotto di 12 dozzine, a partire dal n° 1260379 (2); il calibro fu sviluppato in collaborazione con Dubois-Dèpraz della Vallèe de Joux; le due aziende svilupparono a lungo un eccellente rapporto di collaborazione, com’è illustrato dal fatto che Eugene Dèpraz, il figlio di Marcel, fondatore dell’Azienda, lavorò presso Minerva, quando completò i suoi studi (2).
Il calibro 13-20CH presenta la classica e raffinata architettura dei cronografi del polso di quell'epoca, con lo smistamento delle funzioni cronografiche con ruota a colonna, spirale del bilanciere Breguet, 18.000 A/h, 17 rubini.
Presentato inizialmente con un solo pulsante, fu modificato verso la fine degli anni ‘30 per offrire al mercato un cronografo a due pulsanti, mantenendo il nome di calibro 13-20CH.Cronografo Minerva mono-pulsante
Come in altri cronografi mono-pulsanti, la grande leva, azionata dal pulsante ad ore 2, agendo sul cricco, ad ogni pressione del pulsante, fa ruotare in senso orario la ruota a colonne di un dente (di un passo); il becco della bascula di rinvio, pertanto, scende da una colonna per provocare la partenza della ruota centrale del cronografo; ad una seconda pressione del pulsante ad ore 2 vi risale, determinandone l’arresto, ma una volta salitovi, alla terza pressione del pulsante per provocare l’azzeramento, il becco della basculla di rinvio permane sulla colonna stessa al fine di mantenere non collegata la ruota centrale del cronografo con quella di rinvio, permettendo, durante l’azzeramento, alla ruota centrale del cronografo di esser libera di ruotare per azione della leva di azzeramento (o a martello).Cronografo Minerva a due pulsanti
Nel cronografo Minerva a due pulsanti, la ruota a colonne non deve ruotare di tre passi per completare il ciclo della partenza-arresto-azzeramento (o start-stop-reset) ma soltanto due, dal momento che un pulsante, quello posto ad ore 2, comanda solo la partenza e l’arresto, mentre l’altro pulsante, ad ore 4 determina l’azzeramento: il becco della basculla di rinvio assumerà, pertanto, solo due posizioni, salendo o scendendo da una colonna e, quindi, in questo caso, la ruota a colonna presenterà una colonna ogni due denti di sega.
A proposito delle altre caratteristiche tecniche, nel calibro Minerva 13-20CH, l'azionamento del pulsante ad ore 4 sgancia la leva d’azzeramento che, sotto l'azione di una molla, spinge sui cuori della ruota centrale del cronografo e della ruota contaminuti; l'efficacia dell'azzeramento viene garantito dall'azione della molla che agisce sulla leva d’azzeramento, molla caricata dalla leva stessa nel momento in cui viene sollevata dalla ruota a colonne quando si avvia il cronografo; le ruote restano ferme in questa posizione grazie alla leva stessa che resta appoggiata sui cuori delle due ruote (ruota centrale del cronografo e della ruota contaminuti).
Ricordiamo che esiste anche un’altra modalità d’azzeramento del cronografo: infatti, in alcuni di questi, l'azionamento del pulsante spinge direttamente la leva d’azzeramento e, una volta tolta la pressione dal pulsante, la leva sotto l'azione di una molla ritorna nella sua posizione iniziale, sollevandosi; l'efficacia dell'azzeramento è data dall'intensità della pressione sul pulsante d’azzeramento ovvero bisogna spingerlo fino in fondo per garantire il corretto azzeramento.
In altre parole nel primo tipo è sufficiente azionare il pulsante di quel poco che basta al tiretto per sganciare la spinetta della leva azzeratrice: sarà poi la pressione esercitata dalla sua molla a far scendere l'azzeratrice stessa e a completare l'azzeramento; lo svantaggio, è che nel tempo, la molla dell'azzeratrice può "affaticarsi" e non riuscire a superare più la resistenza opposta dalle due mollette, quella della bascula del rinvio della contaminuti e quella del freno, la cui azione è di segno contrario a quella della molle che spinge sull'azzeratrice. In tal caso, la leva si arresterebbe prima di raggiungere i cuori, fallendo l'azzeramento.
Nel secondo tipo è indispensabile che il pulsante d'azzeramento sia premuto a fondo, affinché l'azzeramento stesso si compia con sicurezza; il vantaggio è che, poiché l'azzeramento non dipende da una molletta, è sufficiente premere più a fondo, per ottenere, in ogni caso, l'effetto desiderato (3,4).
C’è da aggiungere che il calibro minerva 13-20CH è ancor oggi facilmente riconoscibile anche dall’esterno, per i pulsanti cronografici che sono spostati verso le anse, descrivendo, rispetto all’asse passante per la corona, un angolo di 38°, anziché del più comune 30°.
I più accorti avranno notato come il numero seriale di movimento sia presente sulla platina dal lato quadrante, nascosto alla vista; è possibile, in parte, correlare tale numero seriale di calibro con il numero seriale di cassa, sulla base di questa tabella, integrando, con modifiche, quanto pubblicato sui libri monografici dedicati all'azienda Minerva (2,5).
A questo proposito, ho trovato (6) la relazione scritta di un intervento di revisione di un cronografo Minerva con calibro 19-9CH; è interessante perché permette di datarlo con esattezza.
In primo luogo, è presente sul fondello il riferimento ad un apprendistato (di orologiaio ?), terminato il 23 aprile del 1924, quando esso fu regalato all’allievo; in secondo luogo, è presente il sistema di datazione inglese dei metalli preziosi, rappresentato da una lettera “h”, che lo fa risalire all’anno 1923; orbene, il numero seriale di cassa: 215445 ed il numero seriale di movimento: 1254163 sono compatibili con gli anni indicati in tabella.
Anche questo cronografo Minerva con calibro 13-20CH presenta una iscrizione sul fondello riportante la data: 20.04.1941 con numero seriale di cassa: 476313, che ben si correla con quanto indicato in tabella.
Ho provveduto quindi ad inserire in tabella anche altri dati (indicati in rosso), sulla base di foto di orologi pubblicati, in cui la correlazione tra anno, numero seriale di movimento e numero seriale di cassa (presenti nelle foto e/o nella descrizione) è verosimile; i dati in rosso, accompagnati da un punto interrogativo, non sono basati su orologi, ma sono stati dedotti.
In tutti questi cronografi Minerva, ed anche quelli di produzione contemporanea, il ponte della cronografia ha una peculiare forma a “V” che indica il luogo di produzione del movimento, Villeret, e rimanda specificamente alla Maison Minerva che lo progettò. Il particolare disegno, infatti, fu registrato il 10 aprile 1912, al numero 20735 e, come diceva il Maestro orologiaio Demetrio Cabiddu, già Direttore Tecnico della Minerva: “… solo a guardarlo, senza che ci sia scritta la marca, si deve riconoscere che è un Minerva”.
Con il lancio di quest’orologio, l'azienda si guadagnò la reputazione di manifattura di movimenti complicati di qualità eccellente; il calibro 13-20CH venne prodotto sino agli anni ’60, con lievi modifiche che ne segnarono l’evoluzione, aumentandone l’affidabilità; sulla base di queste modifiche è possibile identificare tre serie di calibri 13-20CH a due pulsanti, illustrate nelle immagini qui sotto riprodotte.
Questo qui sotto è il mio, che, fra non molto, andrà a revisione.
A scopo del tutto precauzionale, fra qualche giorno, inizierò ad assumere un po' di ansiolitici, a fronte delle solite notizie terrorizzanti che immancabilmente il mio tecnico di fiducia mi comunicherà in corso d'opera.
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Ricevo e pubblico volentieri.
Correlando numero seriale di calibro: 1.74X.XXX e numero seriale di cassa: 726.XXX: anno 1946 ?
Il quadrante è marcato Z J, ossia Zelim Jacot (Fluckiger).
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Nella relazione scritta dell'intervento di revisione di un cronografo Minerva con calibro 19-9Ch da tasca, già citata prima, vengono riferiti anche i risultati ottenuti.
Li riporto qui in originale e con una mia traduzione (sperando che sia esatta).
"..Times and tests
For the calibers of this age in a pocket watch I mean a general specification of a maximum wind speed variation of 45 seconds / day on all positions with the chronograph disengaged. In the images below, you can see that this movement has a variation from +2.5 to +14.8 seconds / day, so it's good within the specifications at 12.3 seconds / day. The tick error should be below 0.8 ms and here is the maximum of 0.7 ms, then again within the specifications.
I also check with the inserted chronograph and requires a maximum 40 ° fall compared to the chronograph readings. This is a nice drop and more than would be allowed for a modern chronograph, but this is an old watch. This watch passes this test showing a fall of 35 °.
I also test again after resting for 24 hours from the wind and for something like that my specification requires a maximum variation of 75 seconds / day on all six positions and a minimum width of 160 °. This is a very relaxed specification, but it is a very old watch. This movement has a variation of 74 seconds and a minimum width of 220 ° on 6 positions, so it complies with the specifications. There is another requirement and it is an estimated power reserve of 45 hours from the wind: this movement has more than 48 hours so it's fine.
Long-term operation test
To simulate the typical use and how the watch will be executed in the real world. I am using this for this caliber a very small test from what I do for a wristwatch, but this is an old pocket watch:
• Day 1: complete wind, set time, 24 hours rest in dial up position (typical position of use).
• Day 2: complete wind, 24 hours rested in the Slope up position (12 hours) (typical use position).
• Day 3: complete wind, 24 hours rest in square position downwards (typical position of use).
• Day 4: complete wind, 24 hours rest in 9H position (typical use position).
• Day 5: complete wind, 24 hours rest in 3H position (typical use position).
• Day 6: complete wind, rested in 6 hours to check the power reserve.
• Day 7: continue resting in dial up to check the power reserve.
This does not identify any problems. The average rate in the first six days of the test is + 8.0 seconds / day. Day 7 is when the watch is expiring, so it is excluded. I have also tried all the positions with the chronograph running for my information, but these results are not particularly useful for the way the watch will keep the time in use...."
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Tempi e prove
Per i calibri di questa età, in un orologio da tasca, io mi riferisco ad una norma o specifica generale che considera una variazione massima di 45 secondi / giorno in tutte le posizioni, con il cronografo disinserito. Nelle immagini sottostanti, è possibile vedere che questo movimento ha una variazione da +2,5 a +14,8 secondi / giorno, che corrisponde complessivamente a 12,3 secondi / giorno. L'errore di battito dovrebbe essere inferiore a 0,8 ms e qui è il massimo di 0,7 ms, quindi di nuovo all'interno della norma.
Ho controllato anche con il cronografo inserito e si verifica una riduzione massima di 40° [dell’amplitudine]. Questa è una notevole riduzione ed è più di quanto sarebbe consentito per un cronografo moderno, ma questo è un vecchio orologio. Questo orologio supera questo test mostrando una riduzione di 35 °.
Ho anche riprovato dopo un intervallo di 24 ore dalla precedente completa ricarica ed in questo caso la mia norma richiede una variazione massima di 75 secondi / giorno in tutte le sei posizioni e una amplitudine minima di 160 °. Questa è un valore molto basso, ma è un orologio molto vecchio. Questo movimento ha una variazione di 74 secondi e una amplitudine minima di 220 ° in 6 posizioni, quindi è conforme alle norme. C'è un altro requisito ed è una riserva di carica di almeno 45 ore: questo movimento ha una riserva di carica più di 48 ore e quindi va bene.
Test di funzionamento a lungo termine
Per simulare l'uso tipico e come l’orologio camminerà nel mondo reale, utilizzo un test molto breve che adopero per un orologio da polso, ma in questo caso è un vecchio orologio da tasca:
• Giorno 1: carica completa, 24 ore in posizione quadrante in alto (posizione tipica di utilizzo).
• Giorno 2: carica completa, 24 ore in posizione 12H (posizione tipica di utilizzo).
• Giorno 3: carica completa, 24 ore in posizione quadrante in basso (posizione tipica di utilizzo).
• Giorno 4: carica completa, 24 ore in posizione 9H (posizione di utilizzo tipica).
• Giorno 5: carica completa, 24 ore in posizione 3H (posizione di utilizzo tipica).
• Giorno 6: carica completa, in posizione 6H per controllare la riserva di carica.
• Giorno 7: posizione quadrante in alto per controllare la riserva di carica.
Non si identifica alcun problema. La variazione nei primi sei giorni del test è di + 8,0 secondi / giorno.
Il giorno 7 corrisponde a quando l'orologio si sta scaricando; quindi è escluso dal computo. Ho anche provato tutte le posizioni con il cronografo in esecuzione per le mie informazioni, ma questi risultati non sono particolarmente utili per il modo in cui l'orologio verrà utilizzato.
***
Finalmente, posso festeggiare (7) anch’io e polsare nuovamente il mio pargoletto, dopo una lunga cura dal dottore.
I fratellini, tutti arzilli vecchietti, che guardavano con diffidenza il giovane muletto al quarzo, lo aspettano a casetta per riunire al completo la famigliola.
***
Questi i risultati al crono-comparatore, prima e dopo la revisione.
Oramai, il mio Minerva può ben meritarsi il certificato di cronometro.
Biblio-webgrafia
1) www.cliniquehorlogere.ch/fr/
2) History (L’Histoire) Jean-Jacques Frey, Minerva SA, Villeret, 1993, Imprilux SA, Switzerland
3) La Tecnica [dei] cronografi di Nicola de' Toma; allegato al numero 177 di Orologi-Le misure del Tempo, aprile 2004. Chronomedia, Roma Italia
4) Orologi Le misure del tempo, n° 174, giugno 2004, Chronomedia, Roma Italia
5) Writing Time: Montblanc , Gisbert Brunner , Reinhard Meis, Laurence Marti, Franco Cologni , Flammarion, 2011, Paris France
6) https://cjnwatch.co.uk/wp/webster-minerva-...er-chronograph/
7)https://issuu.com/thewatchesmagazine/docs/twm052_web_en
Edited by nicola1960 - 9/3/2019, 18:24. -
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Una meraviglia! Grazie mille Nicola! . -
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Che bello leggere le tue ricerche...graezie e grande Nicola . -
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Al solito, grande topic, grande Orologio e grande Nicola . -
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Mai avuto un Minerva ma sempre piaciuto il 13-20. . -
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bellissima ricerca, complimenti davvero, un piacere leggerla . -
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Grazie Nick, sempre prezioso!!! . -
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Ottima ricerca come sempre. Grazie della condivisione . -
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Bravo Nicola . -
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Non ricordo, ma il 13-20 è il calibro (modificato) che oggi viene adottato in alcuni cronografi Montblanc?
Daniele. -
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È da qualche mese che seguo un 13/20CH non marcato Minerva, ma Il prezzo è alto e non cala, se dovesse lo porto a casa. . -
.Non ricordo, ma il 13-20 è il calibro (modificato) che oggi viene adottato in alcuni cronografi Montblanc?
Daniele
Esatto Daniele.
Ha delle finiture manuali fantastiche, superiori anche a Lange a mio parere
Edited by Tegea - 18/9/2018, 19:49. -
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Grazie Nicola, per la ricerca e il lavoro condiviso. Complimenti per lo splendido orologio naturalmente. . -
mondia.
User deleted
Il tuo Minerva che devi revisionare è bellissimo. Un quadrante semplicemente stupendo. .