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Buongiorno, che ne dite del cambiamento al muretto della rossa annunciato sulla Gazzetta dello Sport questa mattina? Sarà in grado Binotto di fare bene o è un po' presto per lui ? Sembra fosse comunque l'uomo individuato già da Marchionne per ricoprire quel ruolo.... . -
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Beh, è un profilo più tecnico di Arrivabene, che era più manager da multinazionale e con la sedia in diversi cda... È in Ferrari da anni, quindi sarà una scelta più che ponderata. . -
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"Il Sabo"
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Nessuno voleva Arrivabene (parlando di tifosi).
È indiscutibile che Binotto sia uno dei principali artefici della rinascita rossa.
Si era parlato di un lotta fra i due.
Fortunatamente ha vinto quello che, dall’esterno, sembra il migliore.. -
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Speriamo davvero ! . -
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Bah, questi cambi di vertice con il mondiale alle porte non mi convincono, speriamo bene ma la vedo negativa . -
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apparentemente pare una bella doppia notizia . -
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FINALMENTE!!!!!!!!!!!!!!!!!! . -
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Giusto togliere Arrivabene che si era permesso di esprimere critiche sulla monoposto, dopo la crisi post-Monza....Enzo si sarà rivoltato nella tomba, un direttore del mondo del tabacco che critica una F1 che porta il suo nome, roba da fuori di testa
Binotto? Sicuramente ingegnere tra i migliori in F1 attualmente, guardiamo se avrà le palle per ricoprire un ruolo in cui serve una mentalità allargata e sicuramente più politica.....ci credo e me lo auguro vivamente..........come sempre, Forza Ferrari.. -
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Incrociamo le dita, di sicuro un profilo più tecnico e più pistaiolo rispetto ad Arrivabene. Vedremo se avrà anche le capacità di prendere le decisioni giuste al momento giusto, anche perché ci sarà da far crescere (gestire?) Leclerc che dovrà essere il futuro della Ferrari, ma nel caso fosse un ingombrante presente? . -
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CITAZIONEE' ufficiale, Maurizio Arrivabene non è più il Team Principal della Ferrari. Oggi, il 61enne manager bresciano non si è presentato a Maranello, fra lo stupore generale. Il suo contratto, scaduto il 31 dicembre, non è stato rinnovato. Il suo posto è stato preso da Mattia Binotto, che fino a ieri era il Chief Technical Officer della Rossa.
L'addio di Arrivabene arriva a sorpresa. Nessuna avvisaglia, nessuna voce. Meno di un mese fa, durante una premiazione, l'ormai ex boss del reparto corse della Ferrari parlava ancora con entusiasmo dei progetti per la nuova stagione e annunciava la data della presentazione della nuova monoposto, il 15 febbraio.. -
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CITAZIONEMolti dei messaggi in codice lanciati nel corso della stagione da Maurizio Arrivabene erano indirizzati a lui: Mattia Binotto. Non è mai stato un mistero che i due fossero su opposti fronti all’interno della Ferrari, ma la rivalità è diventata rottura quando il campionato da Monza in avanti ha preso una chiara direzione a favore di Hamilton e della Mercedes. Nel reparto tecnico è cominciata a serpeggiare una certa sfiducia nei confronti di Sebastian Vettel e per il modo in cui veniva gestita la squadra. Mentre il team principal ha cominciato a scaricare le colpe sulla macchina e sul “capo” degli ingegneri, rioccupando la scena mediatica che Marchionne gli aveva tolto.
CONFRONTO — L’apice del confronto a distanza c’è stato a Suzuka, nelle qualifiche del GP del Giappone, quando Arrivabene esplose letteralmente contro il team per la scelta sbagliata di montare gomme intermedie da bagnato quando la pista era ancora troppo asciutta. Ma già nella gara precedente, a Sochi, era cominciato il ritornello di Arrivabene sullo sviluppo della monoposto in ritardo rispetto alle Frecce d’argento. La realtà era diversa, e non deve essere sfuggito ai piani alti. Episodi come il mancato ordine di squadra fra Raikkonen e Vettel al via di Monza (replica di quello che era accaduto nel 2017 a Singapore) hanno pesato sul fallimento mondiale quasi quanto gli sbagli in serie del quattro volte iridato.
CARRIERA — Adesso il bastone del comando passa nelle mani di Binotto, 49 anni, uomo d’ordine che viene dal basso e ha scalato tutti i gradini gerarchici a Maranello. Nel 1995 entrò come ingegnere motorista nella squadra test e due anni dopo nella squadra corse, partecipando ai trionfi dell’era Schumacher sotto la presidenza di Luca di Montezemolo e la direzione di Jean Todt. Nel 2009 è stato nominato responsabile generale delle operazioni motore e Kers con Paolo Martinelli, poi vicedirettore motore ed elettronica con Luca Marmorini e infine nuovo direttore del reparto power unit nel 2014, per volontà di Sergio Marchionne. Il manager italo-canadese lo aveva scelto come dirigente di riferimento e referente personale, convinto dalla svolta tecnica che Binotto era riuscito a dare nel 2015 (tre vittorie) rispetto alla deludente stagione precedente.
SCOMMESSA — Nel 2016 la decisione di promuoverlo direttore tecnico dopo l’allontanamento dell’inglese James Allison, passato in seguito alla Mercedes. Sotto Binotto, nelle ultime due annate, è andata in scena la rivoluzione che Marchionne aveva pianificato a Maranello. Con un sistema di organizzazione “orizzontale” basato sulla valorizzazione degli ingegneri di seconda fascia, soprattutto italiani. Due su tutti: Enrico Cardile e Corrado Iotti, entrambi arrivati dalla produzione a dirigere rispettivamente il settore aerodinamico e quello dei motori in F.1. Un’intuizione che ha dato i suoi frutti con macchine vincenti come la SF70H e la SF71H.
DURO — Binotto, nato in Svizzera e laureatosi al Politecnico di Losanna, è un intransigente. Lo dipingono come un duro, dal carattere molto esigente sul lavoro. Forse proprio per questo capace di tirare fuori il massimo da tutti. C’è da capire quali cambiamenti farà nell’organizzazione della squadra sui circuiti. Se ne farà. Con lui Sebastian Vettel e Charles Leclerc partiranno alla pari, senza preclusioni per il baby cresciuto nella Ferrari Academy, per il quale Arrivabene aveva previsto un 2019 di apprendistato: «Deve venire e imparare da Seb». Di certo Binotto non avrà difficoltà a farsi sentire nelle riunioni tecniche e strategiche. Mentre a livello politico dovrà essere l’amministratore delegato Louis Camilleri a imporsi nelle trattive sul rinnovo del Patto della Concordia.
E ORA — E qui si apre un altro e più ampio capitolo della vicenda. Perché il cambio al vertice fra Arrivabene e Binotto potrebbe preludere ad altri clamorosi cambiamenti a Maranello. La nomina di Camilleri è stata percepita da molti come una soluzione di transizione per la Ferrari e anche i mercati sembrano averla interpretata così, con il titolo andato a picco in Borsa da settembre a oggi dopo la presentazione del piano industriale. Intanto ha sorpreso rivedere in fabbrica nelle scorse settimane l’ex amministratore delegato Amedeo Felisa, che ha visitato il reparto motori e chiesto parecchie informazioni. Dopo la separazione nel 2016 da Maranello, è rimasto membro del c.d.a. e consulente tecnico. Sarà andato in visita solo per quello?. -
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Non posso sapere in realtà se Arrivabene era positivo o negativo per la squadra, se ha più colpe o più meriti. Quello che vedevo però era un uomo con problemi caratteriali, almeno di fronte a una telecamera. Una mimica facciale e un modo di parlare da disturbato, da ipertimido, da uno che non ha fiducia e non genera fiducia. Uno che diceva baggianate, senza un barlume di brillantezza e simpatia.
Certo che per Binotto non sarà facile seguire e fare il capo delle due parti, sia quella tecnica interna, che quella politica esterna. Secondo me gli affiancheranno qualcuno che verrà presentato a breve.
Daniele. -
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Ragazzi ma ci state pure a pensare se è stato giusto o meno mandare via Arrivabene? Potevano mai mandare via il capo tecnico dello sviluppo della monoposto che si è cmq giocato il mondiale con la sua macchina. Ricordatevi che un ottimo tecnico può essere anche un buon direttore sportivo ma un direttore sportivo non potrà mai essere un tecnico neanche sufficiente. Poi, Arrivabene ha dimostrato ampiamente la sua inadeguatezza per quel ruolo, sembrava una persona venuta da Marte. E chi ci dice che il nervosismo di Vettel che lo ha portato a vari errori fatali non sia stato generato da una gestione superficiale della squadra da parte di Arrivabene? Era l'unica scelta sensata che poteva fare la Ferrari, e che avrebbe dovuto fare già dopo il primo anno di Arrivabene. . -
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Probabilmente andrà alla Juventus
Daniele. -
.CITAZIONE (il falegname @ 8/1/2019, 00:33)Non posso sapere in realtà se Arrivabene era positivo o negativo per la squadra, se ha più colpe o più meriti. Quello che vedevo però era un uomo con problemi caratteriali, almeno di fronte a una telecamera. Una mimica facciale e un modo di parlare da disturbato, da ipertimido, da uno che non ha fiducia e non genera fiducia. Uno che diceva baggianate, senza un barlume di brillantezza e simpatia.
Certo che per Binotto non sarà facile seguire e fare il capo delle due parti, sia quella tecnica interna, che quella politica esterna. Secondo me gli affiancheranno qualcuno che verrà presentato a breve.
Daniele
il che non lo faceva sicuramente un TopManager, o perlomeno io uno così non lo avrei mai presoCITAZIONE (il falegname @ 8/1/2019, 09:04)Probabilmente andrà alla Juventus
Daniele
la II buona notizia.