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Da medio collezionista di orologi, giunto oramai a possedere circa 25 pezzi eterogenei e di un certo valore, mi trovo a fare qualche ragionamento agostano su come continuare la mia collezione, anche e soprattutto alla luce del mercato. Le considerazioni che un collezionista, di orologi, ma anche di altro ovviamente, si trova a fare sono quasi sempre le stesse: 1.Passione, e questo è il primo punto in assoluto; 2.Budget a disposizione, che spesso varia nel corso degli anni; 3.Reperibilità di un pezzo desiderato (a volte non semplice);4. Eventuali pezzi da vendere per l'acquisto o per la nuova strada che la collezione prende; 5.Mercato, nelle varie fasi in cui esso è, nel momento dell'acquisto o della vendita. Più o meno questi 5 passaggi sono comuni ad ogni collezione. Ora però, tornando agli orologi, mi sembra che la mia personale collezione non sarà composta da alcuni pezzi che, invece, sembrerebbero rappresentare un punto di arrivo di un collezionista. Ciò perché, in questo momento, alcuni orologi sono oggetto di una tale spinta speculativa che li rende, a mio avviso, fuori della mentalità collezionistica, come insieme di più elementi, portandoli a meri status simbol per la loro quasi inarrivabilità. Così credo che quando si super valuti (non ho volutamente detto sopravaluti) un orologio pur di grandissima qualità, un collezionista degno di questo nome possa non ritenere corretto acquistarlo, proprio perchè in quel momento è oggetto di mera speculazione, che lo ha portato ben oltre il suo possibile valore massimo. Intendiamoci, se parliamo di vintage il discorso un po' cambia, un cornino in condizioni perfette, un raro pezzo prodotto in pochi esemplari, possono ben giustificare un mercato molto alto. Ma su oggetti in produzione la cosa è un po' diversa, non potendosi unicamente spiegare il folle aumento di alcuni pezzi solo sulla base del fatto che vengono distribuiti con il conta gocce, che rappresenta una strategia di marketing, non un elemento collezionistico. Se con alcuni Rolex un sovralistino anche consistente oggi si potrebbe comprendere anche in considerazione che alcuni pezzi partono da un listino molto più basso di altri concorrenti, per Audemars e Patek è diverso .Un Daytona costerebbe 11.550K, ed è un signor cronografo, con storia, qualità immagine solidità ecc. Un AP crono parte già da 26K, e non ha nulla più del Daytona. Un DateJust 41mm con bracciale jubilee, ghiera oro bianco e quadrante blu a 8.600K è così qualitativamente scarso rispetto ad un 15300 che si vende a 26K? o addirittura ad un 15202 che viaggia intorno ai 40K? E veramente un Patek 5711, che mi piace molto, può giustificare un prezzo oltre listino che arriva a 65K, ben più di quanto occorrerebbe spederebbero per portare a casa alcuni must pluricomplicati? Ecco allora, questi orologi non saranno nella mia personale collezione, perchè hanno superato abbondantemente il loro pur ottimo valore tecnico con un valore meramente speculativo che non ha a che fare con il collezionismo. Poi ovviamente ognuno è libero di pensarla in modo diverso e, se può, di comprare anche a certe cifre....ma è un altro tipo di approccio alla passione per gli orologi.
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