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La nota nostalgica di questo splendido Orient, che ha contribuito in maniera assoluta al suo acquisto, è che mi ricorda straordinariamente un orologio che mio padre comprò negli Stati Uniti... Ne conservo ancora quel (poco) che è rimasto... Stesse lancette "dauphine", stessa secondiera, stessi indici, stesso plexi, dimensioni leggermente inferiori... Solo il quadrante aveva un motivo "a coste" appena appena accennato, finissimo, che richiamava i raggi del sole...
Mi è sempre piaciuto immaginare l'orologio come lo specchio del tempo al quale appartiene: quando lo si guarda (ed io ben difficilmente lo guardo per sapere l'ora) è come se comunicasse lo spirito della sua epoca, il carattere, lo stile... E' il testimone silenzioso del periodo nel quale è nato, che lo rappresenta e che, forse, gli somiglia pure... Già negli Anni '50 ma, ancor di più, negli Anni '60, i ritmi di vita erano scanditi in maniera diversa da quelli degli Anni 2000: erano cadenzati in maniera più "serena", più tranquilli, senz'altro più "placidi" di quelli odierni. La vita scorreva più lentamente quasi come se in quella lentezza si cercasse una sicurezza impensabile da trovare altrimenti.
Oggi, se non si è "multitasking", non va bene...
Ridondanza d'informazioni, non sempre veritiere, da 0 a 100 in 5secondi, scarti generazionali sempre più ravvicinati, 3G-4G... "no: meglio 5G... a quando il 7G?"... Millemila optionals (ma se sono così tanti, vuoi vedere che saranno mica necessari?), il culto del superfluo, dell'effimero, gl'inutili eccessi... Orpelli stilistici - sparsi un po' dove càpita - che deturpano l'armonia di linee e forme... Il metro si accorcia, l'asticella va sempre un po' più su e ci si perde nell'affannosa corsa a rincorrere dei canoni estetici che non si sa manco se siano poi tanto più gradevoli di quelli fondati dal "classicismo"...
Il fascino del "vintage" - forse - potrebbe essere, oltre a quello di far parte dei nostri ricordi "bambini", anche in quello del puro edonismo che trasmette? E potrebbe essere associato anche ad un certo "ottimismo" che pervadeva quegli anni? Qualcosa di consolidato da scelte sicure? Credo di sì: l'immagine che fà da sfondo ad alcune foto dell'orologio che ho scattato, appartengono alla moda della "Swinging London" del 1963, dove edonismo ed ottimismo erano il nuovo "pensiero"...
ORIENT RA-AP0003S10B "Small Seconds"
►Diametro: 40mm circa, esclusa corona (verificato) ►Spessore: 12mm circa (verificato) ►Ansa/ansa: 46,5mm circa ►Cassa in acciaio, con lavorazione - sui fianchi e sul prolungamento delle anse - satinata; lunetta lucida che si unisce alla carrure con un solco a tronco di cono ►Quadrante ad affissione mista, con indici e numeri applicati, con una leggera lavorazione; luce della data con bordi lavorati ma senza linea di contorno; assenza materiale fosforescente ►Vetro hardlex, curvo all'estremità ed appena leggermente bombato sulla superficie ►Water Resist 30m ►Calibro F6222, 21.600 alternanze, autonomia di marcia circa 40 ore, con fermo macchina, carica manuale, rimessa rapida della data via corona. ►Corona a pressione, doppio scatto, con logo "leonino" ►Fondello a pressione, con vetrino; rotore con inciso "F6222 JAPAN - ORIENT WATCH CO. L.T.D. TWENTY-FOUR JEWELS"; sul bordo del fondello, oltre alla scritta "WATER RESIST" compare la scritta "EPSON". ►Cinturino con ansa da 21mm, in pelle stampata con un motivo "rettiliano" (loricato); ardiglione e fibbia "Orient". ►Peso: 59gr circa (verificato) ►Anno presentazione: 2018
Revival del fascino dei "Mitici Anni '60"!
Il "Bambino" è diventato adulto, un Apollo; certamente quello con più "charme" fra i fratelli! A mio vedere, anzi, è proprio il più bello dei "bambini"!
Ad un prezzo incredibile... e con la certezza di soddisfare anche i palati più esigenti! E, da quando la serie "Bambino" è apparsa sul mercato, sono davvero moltissime le persone che ne hanno tratto soddisfazione: l'orologio ha trovato consensi mondiali ed unanimi, per eleganza, qualità, prezzo.
Un altro successo Orient: un "Bambino" giunto alla quinta generazione!
Le linee del Bambino sembrano davvero arrivare da lontano, da più di cinquant'anni fa, da quasi due generazioni, senza fronzoli, assai sobrio, con linee classiche sempre grandemente apprezzate e mai tramontate (almeno in orologeria): le auto si riconoscevano immediatamente, l'arredamento sembrava più "caldo", negli oggetti si vedeva ancora la fattura della mano dell'uomo, l'abbigliamento femminile era davvero molto "sexy" (molto seducente la modella con la bombetta in foto... ... )...
La novità che questo nuovo Orient offre, rispetto alle serie precedenti, e che è una delle caratteristiche che più mi piacciono, è la presenza dei secondi "piccoli" ad ore "6". Non gradisco affatto orologi senza lancetta dei secondi (cosa che mi ha tenuto lontano dall'Hamilton Jazzmaster "slim"), così come trovo "poco attraente" (relativamente alla tipologia di orologio) la lancetta dei secondi concentrica nei calibri non "high beat" e quel suo scattare troppo lentamente... La piccola lancetta dei secondi, in questo caso, grazie alla "bassa risoluzione" della nostra retina, è così fluida da sembrare continua: non si notano quei "passi" troppo cadenzati se invece fosse stata concentrica. L'area che viene "spazzata" dalla piccola lancetta dei secondi, presenta un finissimo motivo "guilloche", a testimonianza di grande cura del dettaglio.
Il quadrante è di una straordinaria tonalità "champagnino": altra caratteristica che mi sarebbe piaciuto vedere nelle precedenti serie del "Bambino"; sembra un quadrante che stia cominciando a prendere la patina del tempo, quell'ingiallimento tipico della vernice, del colore, che dà il sapore degli anni passati al polso e delle cose che un orologio ha visto, sentito e che potrebbe raccontare, posto che ne avesse la capacità... Il quadrante ha il bordo leggermente "spiovente", in perfetta aderenza agli stilemi degli anni e dei modelli ai quali si ispira, con una lavorazione "sunburst effect".
Altre peculiarità, che costituiscono il suo enorme "appeal", sono sia la bombatura del vetro (minerale) ai suoi bordi, riecheggiando le stesse forme del plexi dell'epoca, sia - soprattutto - l'effetto di distorsione/aberrazione ottica dovuta alla geometria del vetro, allorquando si traguardi il quadrante attraverso la curvatura del vetrino.
La corona, dalla forma vagamente a "cipolla", offre una dolcezza di funzionamento come poche altre; forse la zigrinatura è leggermente più profonda del solito.
L'assemblaggio dell'orologio mi sembra ineccepibile: interno vetrino e quadrante pulitissimi, lancette "dauphine" - lucidissme - piazzate a regola d'arte: la lancetta dei minuti è montata esattamente a filo della sommità del pignone della ruota che la trascina, dando l'impressione di essere un tutt'uno.
E' il primo "Bambino" ad avere i numeri arabi applicati sul quadrante.
Il calibro offre una superficie appena meno grezza della passata produzione Orient, ma ha sempre il sapore della "ferramenta" ; la ruota che sta sopra il bariletto di carica sembra presa da qualche albero della distribuzione di qualche motore...
Il cinturino, al pari dei modelli precedenti (e non solo dei "Bambini") è sempre molto "coriaceo", ma nel giro di poche ore, già riesce a prendere la curvatura e copiare il polso senza problemi. Non trasmette e non offre sensazioni "felpate", ma è nella media: sembra fatto solo per durare il più a lungo possibile, e, per quanto mi consta, mantiene quello sembra promettere.
A differenza delle serie precedenti, qua il fondello è a pressione, presumo per una maggiore aderenza filologica all'epoca d'ispirazione; l'avrei preferito con la chiusura a vite: mi "disturba" assai questa scelta che vedo come una limitazione alla mia voglia di aprire! Non lo aprirò mai, ma alcune cose le prendo un po' come un'offesa personale: è come se mi stesse dicendo: "qua le mani non ce le metti!"... Irritante! Però... Potrebbe essere che il fondello sia intercambiabile con uno delle serie precedenti...
"Un nuovo edonismo! Ecco di cosa ha bisogno il nostro secolo!" (O. Wilde)
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