"Gagarin", Strela e crono Sturmanskie: gli orologi dell'aviazione militare dell'URSS

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    Non mi pare di aver visto nell’indice nulla sugli orologi dell’aeronautica sovietica, mi riferisco in particolare a quelli da polso prodotti in Unione Sovietica nel dopoguerra. I più importanti storicamente sono le due serie di Sturmanskie da 33mm prodotte sostanzialmente negli anni ’50. Uno dei quali è noto per essere stato protagonista del primo volo orbitale di Gagarin, esattamente 60 anni fa.

    L’orologio di Gagarin era quello suo personale di pilota dell’aeronautica. Cioè uno Sturmanskie degli anni ’50. Si tratta di orologi militari in senso stretto, che non erano in commercio (a differenza di altri militari russi che invece potevano essere acquistati da chiunque negli spacci militari, o che furono anche esportati, come ad esempio i Komandirskie con la dicitura del ministero della difesa). Gli Sturmanskie degli anni ’50 erano riservati all’aeronautica ed hanno il logo della casa di produzione ("Prima fabbrica di orologi di Mosca"), sormontato dalla dicitura Sturmanskie ("Navigatore") con la caratteristica disposizione "a scalini" dei caratteri e il logo cosiddetto "Orenburg" (dal nome della città sede del centro di addestramento dell’aeronautica militare, che in realtà si chiamava Chalkov quando ci studiava Gagarin): la stella rossa, una bomba al centro e le ali.

    L’orologio di Gagarin fu poi esposto al museo interno della "Prima fabbrica" che lo aveva prodotto, dove era stato rispedito per studiare eventuali difformità originatesi durante il volo (ovviamente non se ne riscontrarono). Fu però rubato dopo alcuni anni e di fatto non se ne seppe più nulla. Purtroppo, le foto in bianco e nero che mostrano la vetrina del museo sono troppo sgranate e non permettono di capire di quale orologio esattamente si trattasse, proprio come accade per le foto che ritraggono Gagarin con la sua tuta spaziale arancione: l’orologio è ben visibile al suo polso, ma si intuisce solo il piccolo diametro e il quadrante bianco, non se sia uno Sturmanskie prima o seconda serie.

    Secondo alcuni si tratterebbe di uno dei modelli della prima serie, a 15 rubini, prodotti tra il 1949 ed il 1954 circa, perché pare che fosse uno di questi modelli quello esposto al museo:



    L’orologio, benché esclusivamente militare, di fatto deriva dalla produzione di grande serie. Il calibro è un’elaborazione russa creata sulla base del LIP 26, dalla quale era derivato il 2608 a 15 rubini (o in altre versioni anche a 16), usato nella produzione di serie della stessa "Prima fabbrica" e venduta coi marchi Pobeda e Moskva (il numero dei calibri russi non è troppo significativo in realtà, perché le prime due cifre indicano il diametro in millimetri, e le seguenti rappresentano un codice che corrisponde a determinate caratteristiche del movimento, il che spiega le versioni con diverso numero di pietre per lo stesso calibro). Dal 2608 di serie deriva il calibro 2634 dello Sturmanskie, a 15 rubini, che si differenzia funzionalmente per l’aggiunta del blocco dei secondi (hack) all’estrazione della corona, complicazione non presente sul 15 rubini in regolare commercio. La cassa utilizzata è però fondamentalmente identica, 33 mm, con anse da 16, in metallo cromato e di scarsa qualità. Rispetto ad un qualunque Pobeda con simile cassa, lo Sturmanskie si differenzia esternamente pertanto solo per il quadrante specifico, col materiale luminescente applicato a mano (a base di radio) e le sfere specifiche, non verniciate ma temprate nella caratteristica tonalità nera azzurrata. Il movimento con hack è ovviamente la sua caratteristica principale, oltre ad una finitura molto più curata, per assicurare un maggior precisione al movimento stesso.

    shturmanskie-movement

    gagarin-sturmanskie-montage
    uno dei primissimi (produzione: 4-49), difficile dire se la minuteria è particolare perché si tratta di un primissima serie, o se è stata ritoccata; comunque un esemplare certamente autentico

    Naturalmente è facile falsificare uno Sturmanskie prima serie partendo da un qualunque Pobeda a 15 rubini: la cassa è la stessa, il movimento a prima vista anche. Bisogna sempre tener presente il corretto abbinamento del quadrante con le sfere, la loro finitura azzurrata, e che il movimento è maggiormente rifinito in tutte le sue parti, che ha il bariletto senza nessuna incisione e che deve avere un seriale a 5 cifre, accompagnato da un codice di fabbricazione che indica il trimestre e le ultime due cifre dell’anno. I modelli di serie coevi hanno infatti solitamente il bariletto decorato (spesso con tre stelle e il marchio Pobeda), oppure, se sono posteriori, hanno un seriale a 6 cifre, mancante di indicazione relativa all’anno ed hanno il bariletto e le altre parti a vista non rifiniti.

    Attualmente però c’è un generale consenso nel considerare il modello seguente quello che utilizzava veramente Gagarin, cioè il modello introdotto nel 1954 e fino a fine anni ’50 o inizio anni ’60, con un movimento a 17 rubini dotato di antishock sul bilanciere. Anche se la certezza assolutissima è impossibile da avere, a rigor di logica, dovrebbe essere questo il modello corretto del primo volo spaziale, per il semplice fatto che Gagarin ha ricevuto il brevetto di pilota all’accademia aeronautica nell’ottobre 1957, e quindi, al momento in cui gli è stato assegnato lo Sturmanskie, cioè all’atto del diploma, era il modello da 17 rubini quello effettivamente disponibile, cioè questo:



    NmDvYH9

    128778c89dd5b26868a74867d5e99447--spaces-watch-straps

    Attualmente, al museo del cosmonauti vicino Mosca, è esposto proprio un seconda serie come "orologio di Gagarin", almeno secondo uno dei più noti siti in merito, ma ho qualche dubbio che sia davvero l’originale del volo (sparito dal museo della fabbrica decenni fa): il museo si trova nell’area ex militare dove si svolgeva l’addestramento dei cosmonauti, che è stata praticamente inaccessibile fino al 2008/2009.

    Ad ogni modo, l’orologio ha una cassa molto simile al prima serie, sempre cromata e che si differenzia per il fondello chiuso a vite anziché a pressione e per essere in due parti anziché in tre, come invece era la precedente. Diversa la corona (che va di pari passo con casse e corone delle rispettive produzioni in commercio), mentre identico è il quadrante, che si caratterizza solo per le diverse sfere, con quelle di ore e minuti sempre azzurrate e non verniciate. Il calibro ha lo stesso numero, 2634 e rappresenta un’ulteriore evoluzione del solito 2608. Inoltre, il movimento ha un seriale a 6 cifre e non ha più l’indicazione della data. Anche questo calibro ovviamente ha l’hack dei secondi, ma, a differenza del precedente, esiste tale e quale anche in commercio, sempre prodotto dalla "Prima fabbrica", ma col marchio Sportivninie. Ovviamente anche con stessa identica cassa usata per lo Sturmanskie per cui, anche in questo caso, non è difficile convertire uno Sportivnie di serie in un molto più richiesto e prezioso Sturmanskie militare, ristampando il quadrante e taroccando un po’ le sfere per farle assomigliare a quelle originali. Il bariletto dello Sturmanskie è decorato con tre stelle e la sigla della "Prima fabbrica", mentre quello degli Sportivnie non sempre ha la stessa incisione sul bariletto: può averne di diverse, può avere solo 5 stelle, può non averne, ma si da comunque il caso che le abbia identiche allo Sturmanskie. Di fatto, come nel caso del precedente, la differenza immediatamente visibile la fa il quadrante specifico, con le abbinate sfere specifiche.

    Negli anni ’60 la produzione degli Sturmanskie si interruppe e la "Prima fabbrica" iniziò a fornire all’aeronautica il crono Strela, cal. 3017 (su base Venus 150), con smistamento a ruota a colonna. Si perde la funziona hack, sostituita dalla funzione crono. Prodotto inizialmente anche lui sempre dalla "Prima fabbrica", che diverrà presto Poljot, nuovo nome della stessa fabbrica intorno al 1965:



    3017b

    Lo Strela è stato il primo orologio ad essere utilizzato in una "passeggiata" extraveicolare nello spazio aperto, nel 1965, da Alexei Leonov, ed è stato utilizzato da vari altri cosmonauti russi, oltre che naturalmente dai piloti dell’aeronautica per un ventennio. A differenza degli Sturmanskie precedenti, che erano riservati solo all’uso militare, il 3017 fu invece, dopo qualche anno, destinato anche alla vendita ai civili ed all’esportazione.
    Esiste in con una serie piuttosto numerosa di quadranti, chiari ed in seguito anche neri, sia con la denominazione Strela in cirillico per il mercato interno e forse riservata all’uso militare, che col marchio Poljot in cirillico, che nelle versioni con iscrizioni in caratteri latini, con i marchi Poljot e Sekonda.



    Non so molto degli Strela e della loro evoluzione, i quadranti sono tantissimi anche se il più iconico è certamente quello appena mostrato, con la doppia scala telemetrica e tachimetrica, sia in bianco che in nero. La produzione totale non è particolarmente abbondante, almeno in relazione ai volumi sovietici, si parla di circa 100.000 pezzi in venti anni, sebbene ogni dato vada preso con le molle.

    A fine anni ’70 terminò la produzione del 3017 e il nuovo crono dell’aeronautica russa tornò a esporre il logo alato sul quadrante e a chiamarsi Sturmanskie. Il nome però era inciso sul fondello (insieme ad un secondo logo alato), mentre il quadrante restava anonimo. Si tratta del crono con calibro 3133, di derivazione Valjoux 7734 (a sua volta una sviluppato in Svizzera dal medesimo Venus 150 dello Strela, ma senza la ruota a colonne, sostituita da più economiche camme), calibro già adottato in precedenza per il crono ufficiale della marina russa, l'Ocean (per autro già utilizzato anche dai cosmonauti della missione Soyuz 23 nel 1976). Le sfere della parte tempo sono nuovamente azzurrate e non verniciate, mentre sono rosse quelle della parte cronometrica. La cassa da 38mm è, per la prima volta, in acciaio inossidabile, ed integra una lunetta regolabile bidirezionale con funzione GMT (dalla corona a ore 9), con numeri rossi nei primi esemplari, poi in giallo:



    aviator2mv

    due movimenti sicuramente di fabbricazione sovietica (tra anni ’70 e primi ’80)

    DSCF2308

    Nei primi anni ’80 anche il 3133 entrò in regolare commercio per il mercato civile, sia interno che per l’esportazione, unicamente col marchio Poljot in cirillico o in caratteri latini. Per la versione civile esistono diversi quadranti, chiari, scuri e "panda". In ogni caso, i 3133 civili in questa prima fase non hanno mai il logo alato né il nome Sturmanskie sul fondello, ma hanno sempre e solo il marchio Poljot. La cassa per i civili è disponibile anche tonda, con scala tachimetrica nella lunetta fissa, sebbene la cassa più comune sia identica a quella con forma a cuscino del militare, compresa la lunetta GMT. Con una differenza sostanziale però: per i civili la cassa torna ad essere in metallo cromato e non in acciaio inox.

    A metà degli anni ’80 appare una seconda serie del crono Sturmanskie militare, quella con quadrante grigio e logo alato a colori. Il quadrante sfoggia nuovamente la dicitura Sturmanskie e si presenta all’inizio in due tonalità di grigio e poi in un più comune e leggibile grigio e bianco. Il fondello resta invariato. Caratteristica di questa serie è anche l’introduzione di un nuovo calibro, il 31659: si tratta di una evoluzione del 3133, che vede il ritorno della funzione dell’hack dei secondi. Tuttavia, il vecchio calibro continua ad essere prodotto e di fatto la maggior parte dei crono con quadrante grigio ha comunque un 3133. La lunetta GMT regolabile è a volte sostituita da una ghiera fissa, specie per i 31659, ma entrambi i calibri sono disponibili con entrambi i tipi di lunetta; la cassa per i modelli militari è comunque in acciaio. Le sfere sono diverse dal crono prima serie, sempre azzurrate quelle della parte tempo e rosse quelle della parte crono.

    8500987404_2f5c44eeb7_k

    il più tipico 31659, con lunetta fissa (tipica anche la triziatura sempre "artigianale", con molti punti staccatisi nel tempo!!)

    hrs_aviator2mv

    un 31659 di epoca sovietica in cassa con ghiera girevole

    A differenza della prima serie di questo crono, quest’ultimo modello viene molto probabilmente posto in commercio dalla Poljot anche per il mercato civile, utilizzando esattamente lo stesso quadrante militare, e si trasformerà via via, in una specie di orologio più celebrativo che veramente militare, anche perché negli anni ’80 il crono meccanico come orologio di assegnazione dell’aeronautica è anche formalmente abbandonato. Intorno al 1990 appare, con lo stesso quadrante grigio e bianco, anche in cassa tonda e senza lunetta (sia nel cal. 3133 che nel più raro 31659).
    Dopo la dissoluzione dell’URSS, nel catalogo degli orologi in libera vendita della Poljot, lo Sturmanskie non è contemplato, ma a metà degli anni ’90 cominciano ad apparire una serie di celebrativi che non hanno assolutamente più nulla a che vedere con l’aeronautica militare, con quadranti di vario disegno e colore, nei quali si utilizzano il nome Sturmanskie ed il logo alato (a volte insieme al marchio Poljot) ma senza che ci siano più legami con l’aeronautica militare. Tra questi, viene anche riproposto il quadrante grigio dello Sturmanskie seconda serie. Con gli anni 2000 la situazione si fa nebulosa, la Poljot continua a produrre in grande quantità 3133 e col contagocce i 31659, prima di sparire e cedere macchinari e diritti ad altre ditte (MakTime e Volmax) e oggigiorno Sturmanskie, è diventato ormai un vero marchio a sé stante (così come Strela, più recentemente resuscitato).

    //////

    Post scriptum, solo per chi volesse cercarne uno.

    Per prima cosa, con i russi non c’è mai una scienza esatta e definitiva, specialmente se non si hanno gli orologi in mano, e siccome ho cercato (inutilmente) di essere breve, ho tralasciato confronti diretti con i possibili fake su movimenti e quadranti (ma, ciò detto, e proprio perché non siamo in una scienza esatta, vi confesso che nutro anch'io alcuni dubbi che certi quadranti che ho mostrato sopra siano almeno parzialmente restaurati).

    Per seconda cosa, non fornirò qui un elenco completo dei dettagli da considerare per identificare un originale e datarlo correttamente ma solo i principali indizi (altri più approfonditi li si troveranno usando i link che ho inserito nel post, ammesso che ne valga la pena).

    E veniamo ai più falsificati di tutti, gli Sturmanskie anni ’50. Riconoscere uno degli autentici richiede un po’ di attenzione, valutando soprattutto il quadrante, le sfere e il movimento. L'essenziale è stato già detto, alla fine è possibile riconoscere senza dubbio un prima serie, mentre più difficoltoso è per i seconda serie, per via del movimento. Notare che non è mai inciso il numero calibro, a differenza di quello che avverrà coi crono.

    Con i 3017 diventa difficile distinguere i militari dai civili, probabilmente sono militari gli Strela, sempre con caratteri cirillici, e civili gli altri (sebbene, nel 1978, il cosmonauta Alexei Gubarev abbia indossato un Sekonda e non uno Strela in missione, ma forse è stata una scelta di marketing, per fare pubblicità al modello noto in occidente). Ma in questo caso, come ho detto non ne so molto. In ogni caso, se il movimento è un 3017, sia militare o meno, l’orologio sarà comunque sempre autentico (e costoso).

    Con gli Sturmanskie crono è facile identificare i militari della prima serie, perché hanno il quadrante specifico, il fondello inciso (anzi, forse sarebbe meglio dire stampato) e le sfere azzurrate. Occorre però prestare attenzione al calibro, che potrebbe non essere coevo ma posteriore in caso di orologi pasticciati (nelle prime serie c’è un diverso leveraggio, incisioni sul ponte che hanno diverse varianti a seconda dei periodi, e ruotismi differenti nel tipo di lega impiegata). Per i seconda serie invece è più difficile, e forse impossibile, identificare i veri militari tra i tantissimi prodotti. Forse quelli prodotti nel periodo sovietico possono definirsi ancora militari, ma non c’è più la certezza di trovare i seconda serie con cassa inox, forse per un taglio dei costi dovute al disinteresse delle commesse militari, o forse appunto, perché rifilati ai civili. In ogni caso le sfere dei seconda serie di epoca sovietica sono comunque sempre azzurrate, indipendentemente dalla cassa, e non verniciate, come invece accadrà in seguito. In questi casi, per identificare quelli prodotti in epoca sovietica l'unica possibilità è verificare il movimento e le sue le incisioni. Sicuramente quelli posteriori all'URSS non possono essere considerati militari in nessun caso, ma sono rimessi in produzione anni dopo come celebrativi (cui, come detto, si affiancano tanti altri modelli con dicitura Sturmanskie ma che non hanno mai avuto nulla a che vedere con l’aviazione). Insomma, la certezza assoluta non c’è per questi quadranti grigi o, almeno, io non ce l’ho. Forse solo per i 31659, ma devono essere quelli di produzione sovietica, i cui movimenti sono anche maggiormente rifiniti. Per entrambe le serie comunque è prudente verificare per prima cosa proprio che il movimento sia effettivamente coevo e purtroppo i seriali non aiutano; si veda in proposito il sito Polmax3133.

    Infine, di tutti questi orologi esistono riedizioni moderne, più o meno fedeli o libere interpretazioni, facilmente riconoscibili e spesso di dimensioni molto maggiorate (compresi i 3133 e gli Strela), che non sempre utilizzano movimenti meccanici simili agli originali (gli Strela in particolare, mai: o sono rifatti col 3133 o, ultimamente, anche col crono cinese Seagull ST19).

    Edited by Recon59 - 18/2/2021, 19:08
     
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    Ciao, ti ho corretto il post poichè non si possono inserire link ad altri forum.
     
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    Ottima presentazione da appassionato e collezionista di questi orologi mi permetto di aggiungere che dalle mie peregrinazioni in rete anche su siti stranieri sarei propenso a confermare che Gagarin Indossasse un 17 rubini con fondello a vite esattamente come hai scritto .
    Alla tua presentazione aggiungerei magari anche il Sekonda di Gubarev un orlogio molto interessante in quanto anche il primo nello spazio con le lancette luminescenti .
     
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    Complimenti per la disanima molto dettagliata e con alcuni aspetti per me nuovi che pure mi ero letto sul modello portato da Gagarin, sui dettagli per riconoscere il movimento giusto.
     
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    sempre belli i russi, peccato i tanti fake
     
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    Complimenti bella e interessante introduzione.

    Mi sono sempre fermato per il grande.timore.dei fake dopo che da inesperto avevo acquistato un Gagarin risultato poi ampiamente rimaneggiato (ma pagato poco)
     
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    CITAZIONE (aquilagj @ 18/2/2021, 21:01) 
    Ottima presentazione da appassionato e collezionista di questi orologi mi permetto di aggiungere che dalle mie peregrinazioni in rete anche su siti stranieri sarei propenso a confermare che Gagarin Indossasse un 17 rubini con fondello a vite esattamente come hai scritto .
    Alla tua presentazione aggiungerei magari anche il Sekonda di Gubarev un orlogio molto interessante in quanto anche il primo nello spazio con le lancette luminescenti .

    grazie a te! (e a tutti!)
    Gubarev l'ho poi citato più in basso, ma come ho detto degli Strela so poco e dei Sekonda ancor meno. Del resto il link dei russi nello spazio che avevo messo è rimasto

    CITAZIONE (Recon59 @ 18/2/2021, 19:08) 
    Ciao, ti ho corretto il post poichè non si possono inserire link ad altri forum.

    Mi scuso per questo, mi ero dimenticato di rileggere il regolamento (l'ho letto, si, l'ho letto!)

    Spero mi sia consentito di dire comunque che, cercando in rete si trova tutto quello che vuoi sapere per riconoscere i Gagarin 15 e 17, il link era per puntualizzare che ho fatto una scelta di cose da dire e che ci potrebbe essere anche altro, per chi vuole.

    CITAZIONE (z4a007 @ 18/2/2021, 23:50) 
    Mi sono sempre fermato per il grande.timore.dei fake dopo che da inesperto avevo acquistato un Gagarin risultato poi ampiamente rimaneggiato (ma pagato poco)

    Beh, può capitare di fare l'acquisto sbagliato...
    Il punto è che gli orologi veri sono pochi. Ci sono, ma sono pochi. Sono pochi gli Sturmanskie prima e seconda serie e sono pochi i crono 3017 (che però almeno non si possono falsificare). Ma alla fin fine sono pochi anche i 3133 Sturmanskie militari (così come gli Ocean): ce ne sono a milioni di civili, di celebrativi o hommage, ma di originali non poi così tanti. Il discrimine nel caso dei 3133/31659 è riconoscere la produzione sovietica pre 1991, argomento sul quale ho ritenuto di non dover dir nulla perché il sito Polmax3133 è già una bibbia in proposito. Senza dubbio questo è più importante che non stare a cercare assolutamente la cassa in acciaio (almeno per i quadranti grigi). Però dai, alla fine credo di aver detto l'essenziale per riconoscere gli originali.
     
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    Complimenti per la ricerca e l'esposizione, molto interessante.
    Di 3133 ho uno Shturmanskie un po' vissuto

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    Di 3017 ho uno Strela con bel quadrante riatampato

    16085851195595008846105217444886_1

    E un Sekonda

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    Tutti e tre marciano alla grande!
     
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    Molto bello il tuo Sekonda nero. Il Sekonda con 3017 ( che trovi anche con marchio Strela o Poljot ) è uno dei + accattivanti cronografi di quel periodo temporale.
    In merito ai cronografi russi importanti si è parlato tanto qui sul forum, ad esempio del calibro Urofa 59 poi replicato ottimamente dai tecnici sovietici che precedette questo 3017.
    Io ho sempre avuto un attenzione particolare x la produzione sovietica, anche in anni in cui era totalmente ridicolizzata, ho iniziato nel 95 e ho trovato esemplari bellissimi di cui all'epoca discussi con il compianto Mark Gordon.
    Ad esempio alcuni stupendi Zlatoust datati fine 60 primi 70.
    La sua straordinaria collezione dopo la dipartita nel 2017, prima oscurata, è visibile x merito di forumisti esteri ad un link particolare.
    ( Mark la mise in vendita nel 2015 ma la collezione venne fotografa e commentata con testi ben prima di questa data. Successivamente al 2015 molti pezzi tornarono cmq sul mercato. )

    Edited by Lansdalefan - 21/2/2021, 11:44
     
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    Per la precisione,(e non voglio assolutamente innescare una polemica) l'Urofa 59 non è stato replicato, perchè il Kirova che ne è la derivazione è stato fatto con gli stessi macchinari e dagli stessi tecnici! solamente dislocati in un altro posto.
     
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    Ok. Non replicato ma i primi calibri usati avevano parti completamente tedesche e facevano parte di " batch Glashutte ".
    Poi divennero cloni Kirova realizzati in proprio quindi di produzione sovietica e con scritte in cirillico. O sbaglio ?
    Certamente ne saprai molto + di me, quindi non posso che abbozzare.
    Cheers !
     
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