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Come molti cinefili sanno, "Quella Sporca Dozzina" è un leggendario film di guerra del 1967, con un cast stellare.
[ATTENZIONE: SPOILER] La pellicola narra di un gruppo di dodici militari, selezionati - tra condannati a lunghe pene detentive, all'ergastolo e alla pena capitale - da un duro e lungimirante ufficiale del corpo dei Marines degli Stati Uniti, per compiere una missione (praticamente) suicida in un castello della Francia occupata dai nazisti nel 1944, nel quale si riuniscono alti ufficiali della Werhmacht per trascorrere ore liete tra sesso, lusso e mollezze varie. L'improbabile accozzaglia di farabutti (la "sporca dozzina", appunto) viene rudemente addestrata con il compito di "decapitare" l'alto comando dell'esercito tedesco, cercando di riportare a casa la pelle. Il film - nel quale, come accennato, recitano attori eccezionali, quali Lee Marvin, Ernest Borgine, Robert Ryan, Charles Bronson, Jim Brown, John Cassavetes, Telly Savalas, Donald Sunderland, George Kennedy, Trini Lopez ed altri - nella turbolenta seconda metà degli anni '60, si è trasformato, paradossalmente, in una specie di bandiera antimilitarista e di riscatto sociale, in cui alcuni "reietti" della collettività, rifiutando qualsiasi senso di disciplina soldatesca, sono chiamati ad eliminare un'aristocrazia malvagia e corrotta, contando, da un lato, sul valore individuale e creando, dall'altro, un sincero vincolo di solidarietà [FINE SPOILER]. Ma "The Dirty Dozen" è anche una selezione di dodici orologi, scelti dal Ministry of Defense britannico (MoD) ed assegnati ai soldati inglesi nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
I marchi selezionati erano - in ordine alfabetico - i seguenti: Buren, Cyma, Eterna, Grana, Jaeger-LeCoultre, Lemania, Longines, IWC, Omega, Record, Timor e Vertex. Avevano tutti la cassa in acciaio, le barrette fisse tra le anse - per evitare che si staccassero in azione, con conseguente perdita dell'orologio - il fondello a vite (più raramente a pressione), il quadrante nero, con indici e sfere (di varie fogge) luminescenti, numerazione oraria da 1 a 12 (6 escluso) e piccoli secondi ad ore sei. Montavano, inoltre, degli ottimi calibri, molto robusti e marchiati dalle case costruttrici. L'assegnazione risultava dalle incisioni sul fondello: una grossa freccia ("broad arrow"), riportata anche sul quadrante, e l'acronimo WWW ("waterproof wrist watch", orologio da polso impermeabile). Attualmente, le quotazioni di questi esemplari sono letteralmente "schizzate" sul mercato del vintage, per non parlare dell'intera collezione dei dodici modelli che, a mio modesto avviso, sono davvero molto belli.
Sull'onda dell'attuale successo della "sporca dozzina" orologiera, molte case hanno riproposto dei modelli ispirati a quelli assegnati ai militari britannici nel Secondo Conflitto Mondiale. Tra esse, spicca, a mio avviso, il marchio MWC (Military Watch Company) che produce un segnatempo molto piacevole e curato.
La cassa in acciaio, da 36,5 mm. di diametro, riprende fedelmente quella degli ispiratori, con una satinatura molto compatta - quasi da sembrare una sabbiatura - tesa ad evitare pericolosi riflessi individuabili dai nemici. Il vetro è in hesalite, bombato. Il fondello sembrerebbe a vite, date le unghiature per la presa della chiave, mentre la corona, non personalizzata, è a pressione; ciò comporta un'impermeabilità dichiarata di appena 3 atmosfere (meglio tenerlo lontano dall'acqua).
Sullo stesso fondello sono riprodotte le incisioni delle lettere W.W.W., della "broad arrow" e del numero di serie, anche se il modello non è realmente assegnato alle forze armate, né è prodotto in edizione limitata.
Come sugli originali, le barrette tra le anse - di misura 18 mm. - sono fisse e supportano un cinturino in tela di cotone "canvas", molto morbido, anche se, forse, un po' troppo chiaro e, quindi, esposto alla sporcizia.
Il quadrante è quello tipico degli orologi militari della Seconda Guerra Mondiale, con numerazione da 1 a 12 (escluso il 6) luminescente, binario esterno e piccoli indici - anch'essi luminescenti - in corrispondenza dei numeri. Ad ore 6 c'è il quadrante dei piccoli secondi, mentre sotto il numero 12 ritroviamo la "broad arrow" stampata.
L'orologio monta un movimento a carica automatica. Sarebbe stato preferibile un calibro a carica manuale, anche per ragioni "filologiche", ma certamente l'automatico, in questo caso, è meglio del quarzo. Se proprio si desidera, è possibile anche caricare manualmente il movimento, del quale, tra l'altro, non sono riuscito a capire la marca.
Nel complesso, il modello è estremamente piacevole e, soprattutto, è praticamente identico ad un esemplare della "sporca dozzina", il che risulta particolarmente apprezzabile da parte di chi predilige gli orologi di uso militare.
Non potendo menzionare il prezzo, mi limito a segnalare l'ottimo rapporto tra resa e spesa. Grazie a tutti. S.
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