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.Un saluto a tutti e grazie per essere qui.
Oggi, qualora lo vogliate, vi porterò in viaggio con me, un viaggio nello spazio, tra i luoghi, e nel tempo inteso sia come epoche, sia come gli oggetti atti alla misurazione del tempo: i nostri amati orologi.
E lo farò raccontandovi una storia.
Una storia che comincia dal lontano 1954 quando Ervin Piquerez SA (meglio conosciuto nella foma
abbreviata EPSA) depositò il brevetto della cassa Super Compressor. Una idea geniale e rivoluzionaria
nell'ambito dell'orologeria subacquea, che risolve brillantemente una delle maggiori problematiche della
tenuta di impermeabilità di un orologio nelle profondità marine: la pressione, sfruttando la stessa a suo
favore, attraverso una molla all'interno del fondello, il quale, all'aumentare della pressione, si comprime,
verso la guarnizione, aumentando così l'impermeabilità all'aumentare dei bar, fino al punto limite,
rappresentato dal punto di rottura dei materiali stessi di cui era costituita la cassa, punto di rottura stimato
all'epoca tra i 200 e i 300 metri.
Un brevetto rivoluzionario, che porta tra la fine degli anni 50 e per oltre un ventennio, al proliferare di una
generazione di orologi professionali che faranno epoca e diventeranno le icone tra le più rappresentative
delle rispettive maison. Tanto per citarne alcuni: Longines Legend Diver, Jaeger LeCoultre Polaris, Enicar
Sherpa, Vetta Escafandra, Fortis Marine Master...tutti accomunati nel gergo degli appassionati da un unico
appellativo: "due corone", delle quali una aveva la classica funzione di carica e regolazione del tempo,
l'altra, posta in prossimità delle ore 2, serviva ad azionare una cremagliera che faceva girare un disco posto
sotto al vetro, perifericamente al quadrante, dove vi era impressa una scala sub per i tempi di immersione.
Sono stati innumerevoli i marchi che hanno utilizzato le casse prodotte negli anni da EPSA con il brevetto
Super Compressor, differenti nei modelli e nelle varianti a seconda del decennio di riferimento e dei relativi
canoni estetici. Spesso alcune maison sono rimaste nelle grazie degli appassionati e dei collezionisti
esclusivamente grazie a quel modello di Super Compressor prodotto all'epoca.
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Sono stati innumerevoli i marchi che hanno utilizzato le casse prodotte negli anni da EPSA con il brevetto
Super Compressor, differenti nei modelli e nelle varianti a seconda del decennio di riferimento e dei relativi
canoni estetici. Spesso alcune maison sono rimaste nelle grazie degli appassionati e dei collezionisti
esclusivamente grazie a quel modello di Super Compressor prodotto all'epoca.
Tra le varianti più rare e particolari vi è stata sicuramente la versione con le ore del mondo al posto della
scala dei tempi di immersione, utilizzata da marchi come Tissot, Glycine e, non ultima, Technos nel 1969
per la versione worldtimer del suo SkyDiver referenza 1340.
Proprio dalle casse di quest'ultimo modello citato sono partito per la realizzazione del mio progetto. Chissà
per quale tipo di dinamica industriale o commerciale, infatti, un cospicuo lotto di casse proprio di
quest'ultimo modello, complete dei loro particolarissimi vetri plexy e corone monoflex, finisse nell'oblio in
un qualche deposito per quasi 60 anni, inutilizzati, finiti in un limbo temporale e riportate alla luce
dall’oblio del fondo di una cassaforte o di qualche magazzino.
La passione e l'amore che provo verso il mondo dell'orologeria mi hanno portato un bel giorno a rilevare
alcune di queste, scegliendo tra tutte, quelle in condizioni migliori, vale a dire che avessero patito meno dei
danni derivanti da una cattiva modalità di conservazione. E di provare a ridare vita e dignità a questo raro,
prezioso, storico materiale, che non aveva avuto possibilità di diventare un bell'orologio, completando il
suo ciclo industriale, mettendo a disposizione la mia passione, le mie conoscenze in ambito di orologeria e
le mie capacità artigianali.
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L'intento, non è tanto quello di creare un hommage in senso stretto come avviene oggi - riproducendo ex novo cose simili a quelle di una volta - poiché appunto nel mio caso, viene utilizzato proprio quel materiale originale dell'epoca da cui gli hommage attuali prendono "ispirazione".
Quanto più quello di creare un segnatempo che rispettasse in pieno le caratteristiche presenti all'epoca di
riferimento. Andando ad imbastire quella che a me piace chiamare, una esperienza vintage d'élite, poiché ritrovarsi di fronte ad un orologio fatto oggi con materiali di ieri, tecniche artigianali ancora più antiche, ma
con la dovizia di attenzioni e standard di esecuzione dei lavori moderna alla stregua degli orologi di lusso
che quotidianamente come orologiaio riparatore tratto, non è da tutti, né si ha la fortuna che
ciò possa avvenire spesso, men che meno con una considerevole quantità di pezzi: al contrario trattasi di
esperienza rara e di esecuzione altrettanto ardua.
Non contento, a questo mi piace sempre aggiungere un piccolo tocco della mia personalità essendo
sostanzialmente orologi personali, non destinati alla vendita ma praticamente realizzati per il piacere mio e
di qualche amico che, bontà loro, segue con costanza e ammirazione il mio operato.
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Edited by Soyuz - 22/10/2022, 19:42. -
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Ma andiamo ad analizzare più nel dettaglio.
La cassa dalle dimensioni di 41,8mm di diametro per 49 di lug-to-lug e solo 9mm di spessore escludendo
l'ampio vetro "boxed" in plexiglass originale dell'epoca dalla superficie leggermente bombata è affascinante da ogni punto di
vista la si guardi, accuratamente lavorata con un gioco di lucidi e satinati che esaltano ogni spigolo, ogni
sfaccettatura, avvolgente sul polso e richiamando vagamente le forme di un catamarano.
Corone a pressione brevetto monoflex.
Waterproof 200mt
L'impermeabilità è stata ripristinata utilizzando guarnizioni dell'epoca opportunamente conservate e
ravvivate attraverso un processo di lubrificazione con grassi specifici per questo tipo di utilizzo.
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Sono rimasto così 😲 . -
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Ho deciso di abbinare un fascinoso movimento ETA 2632, contemporaneo alla cassa, dotato
dell'affidabilità che contraddistingue il più grande costruttore di movimenti svizzero ed impreziosito da
alcune particolarità estetiche come le viti del ponte dell'automatico rinvenute al blu, la spirale brunita e il
bilanciere con viti di compensazione.
Il movimento è stato ovviamente smontato completamente, revisionato, lavato, epilamato (trattamento
tensioattivo delle superfici di alcuni componenti al fine di migliorare le prestazioni dei lubrificanti sintetici
moderni), lubrificato, cercato di apportare delle migliorie su alcuni punti che l'esperienza del lavoro quotidiano ci ha fatto conoscere e regolato cercando di tirare fuori il meglio dallo stesso dopo quasi 60 anni di
inattività.
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Il quadrante, rigorosamente fatto a mano, partendo da una lastrina di ottone, è stato bombato a mano
affinché il movimento potesse inserirsi con le corrette altezze da poter permettere i'incasso altrimenti
impossibile, con l'utilizzo di un semplice quadrante di fornitura.
Dopo la bombatura, si è provveduto a forare per la sede delle lancette e per la data (in posizione visiva
insolita, tra le ore 3 e 4), e l'installazione dei piedini. Dopodiché è stato il turno della verniciatura e della
tampografia fatta rigorosamente con metodi artigianali e grafica di mia ideazione. Il riempimento degli
indici luminescenti fatto a mano, con una pasta dalla tonalità calda stile "old radium", riportato anche sulle
lancette, anch'esse risalenti agli anni 60, conferisce in totale sicurezza quel fascino d'altri tempi senza
rinunciare ad una ottima luminosità notturna.
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A completare il corredo un bracciale racing originale in acciaio di fabbricazione tedesca degli anni 60 che
ricorda un po'i famosi "olongapo" del Vietnam, un cinturino in tela bicolore e una riproduzione moderna
dei cinturini in gomma Tropic con i quali sovente erano abbinati gli orologi sportivi dell'epoca.
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Trattandosi di un diver/ore del mondo, ho ritenuto di conferirgli un nome semplice che andasse ad
evocare le due principali peculiarità di questo segnatempo: Wherever (Ovunque) & Deeper (Più profondo),
oltre alla solita scritta che ormai mi rappresenta e che contraddistingue la mia esigua produzione e
modesta carriera, se così la possiamo chiamare: GRANDRÉCIF. Parola che nasce unendo le parole francesi
Grand e Récif, che stanno ad indicare la grande barriera corallina.
È un tributo a una delle meraviglie del nostro pianeta, che tutti
dovremmo, nel nostro piccolo fare di tutto per tutelare,
valorizzare, preservare.
A tal proposito una piccola riflessione a cui tengo molto: quello di "produrre" orologi nuovi, utilizzando per
la maggior parte elementi prodotti oltre mezzo secolo fa, ha come beneficio il fatto che il mio operato sia
praticamente a zero impatto ambientale.
Infine, GRANDRÉCIF perché nascosto al centro di queste due parole si cela il mio nome e l’iniziale del mio
cognome, in lingua francese: ANDRÉ C. e da poco, alla fine di un lunghissimo restauro, è anche il nome di una barca (altra mia passione), una cabin cruiser Britannica degli anni 70 concepita per la pesca negli aspri mari del nord oppure nei mesti specchi d'acqua anglosassoni, convertita a divertimento e relax per la famiglia e i bambini ad agosto nelle splendide, paradisiache acque della Calabria jonica
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Edited by Soyuz - 22/10/2022, 23:07. -
+1 .
In fine il tutto è stato racchiuso all'interno di una scatola in legno fatta a mano da me e decorata con
pirografia di un planisfero, infine dipinta e laccata a mano. All'interno della scatola oltre a vari gadgets,
alcuni realizzati anche direttamente da me con alcuni rudimenti di arte orafa che ho appreso con gli anni,
come lo scafandro del palombaro in ottone smaltato a mano e una bussola, è possibile ancora trovare un
movimento musicale della storica manifattura svizzera REUGE, risalente agli anni 40, azionabile attraverso
manovella, affinché anche la stessa scatola non fosse solo un contenitore, bensì potesse in qualche modo
"prendere vita" attraverso un dolcissimo suono di carillon.
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Sempre più bello e interessante . -
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Il tutto è stato realizzato in maniera tutt’altro che fredda e
razionale: ogni passo in avanti è stato preceduto da qualche passo
indietro e qualche passo di lato. La certezza di vedere l’orologio
finalmente realizzato è avvenuta nel momento stesso in cui ogni
esemplare è stato chiuso definitivamente.
In tutto ciò le ore di lavoro non sono state mai realmente contate, come giusto che sia quando una cosa la
si fa per passione.
Ogni singolo istante della mia vita al di fuori del lavoro durante questo anno è stata dedicata a questo
progetto.
Devo ammettere però che la gioia e la soddisfazione sono state immense. Il riscontro avuto dalle persone
che mi hanno seguito attraverso i social network durante la realizzazione di ogni singola fase è stato
ampiamente positivo e mi ha motivato ad andare avanti anche nei momenti più difficili. La vicinanza e il
sostegno morale del mondo degli appassionati mi ha aiutato molto.
Infine mi preme di dire che realizzare un orologio con funzione ore del mondo, in questo particolare
periodo storico, dove il mondo è lacerato da guerre fratricide, creazioni di fronti (economici o militari che
siano) e corse agli armamenti, non può non essere una emozione e una speranza per l’umanità di in un
futuro migliore del presente, dove si possa ritornare a viaggiare e sorridere, nell'incontro e nella
diversità
Hope enjoy
Grazie a tutti per l'attenzione
Un saluto.
Andrea
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Supercomplimenti che dire altro 
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