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E’ nota a molti la storia del giovane designer Taro Tanaka che, osservando gli orologi Seiko esposti in vetrina accanto agli omologhi svizzeri, notava la mancanza di luminosità e la forma anonima dei segnatempo nipponici. Da qui a intuire nel taglio di un diamante la soluzione al problema e l’ideazione di una personalissima tridimensionalità che ancora oggi caratterizza le linee di prestigio degli orologi Seiko, la strada è lunga e passa attraverso la genialità di una visione tanto personale, quanto ancorata alla tradizione ed alla cultura delle proprie origini. Tanaka fu assunto nel 1959. La sua influenza si comincia a vedere nei primi Grand e King Seiko più o meno dal ’65 in poi, fino alla forma delle casse del Pogue, Bullhead ed oltre.
Il viaggio può iniziare dal diamante e dalle sue caratteristiche sfaccettature.
Concentrando la nostra attenzione sulla essenza “orologica” di questa forma, otteniamo qualcosa che può avvicinarsi a ciò che Tanaka aveva intuito.
Si tratta evidentemente di un disegno che richiama la forma del diamante. Se andiamo con il pensiero ai profili delle casse dei gloriosi King e Grand Seiko dei meravigliosi anni ‘60, avvertiamo un sapore “familiare “… et voilà.
Questa è una delle immagini che lo stesso Tanaka proponeva per spiegare le logiche e le regole di design che definirono uno stile unico. La pagina completa spiega una parte della sua filosofia.
Letteralmente: “Un'altra caratteristica dello stile Seiko, che è difficile da capire solo dall'alto, è il lato della super pendenza inversa. È specificamente mostrato nella figura sopra, ma questo permette alla cresta di fluire magnificamente e stringersi intorno all'orlo del busto. Se non fai questo tipo di lavorazione e la finisci come mostrato nella figura sotto, darà un'impressione opaca anche se è dello stesso spessore. Anche se si tratta di un orologio automatico con un certo spessore, il segreto che puoi sentire ordinatamente quando lo indossi sul braccio è questa pendenza super inversa.”
La traduzione di Google dal giapponese è un po’ incerta, ma sostanzialmente è chiaro che usare pendenze inverse nel profilo della cassa ( così come avviene nel taglio dei diamanti) ne slancia ed alleggerisce la forma. Notare che, a dispetto di quanto illustrato nel disegno, le foto rivelano che l’uso delle pendenze inverse è stato esteso alle lunette (particolare, a mio avviso, estremamente raffinato). La cassa rappresentata nell’esempio richiama quella del King Seiko 4502-7000, uno dei più eminenti rappresentanti del Tanaka-pensiero
Per mostrare che questo tipo di progettazione era proprio dei modelli di fascia alta della produzione Seiko dell’epoca (ed anche in base agli esemplari in mio possesso), oltre al già citato King, ho scelto un Grand 4522-7000 ed un Seikomatic 6246-9000 (che poi evolverà in Grand Seiko automatic), perché mi sembrano in assoluto tra gli esempi più rappresentativi della grammatica del design.
Seppure con proporzioni differenti, è evidente che il principio formale di base sia lo stesso, cioè la pendenza “super inversa” che, unitamente a sfaccettature piatte ed angolate (ancora una volta ispirate al taglio dei diamanti), rendono la forma della cassa più slanciata e riflettente la luce che proviene da più direzioni. La miglior soluzione che il giovane Tanaka poteva ideare per rendere i Seiko più “splendenti” dei cugini svizzeri!
Osservando con attenzione la cassa del Grand Seiko “Batwing”, ci accorgiamo che una parte del suo incredibile design deriva anche dall’alternare sapientemente e con la giusta angolazione superfici lucide a superfici satinate. Nel caso del Seikomatic, invece, oltre alla particolarità della assenza di una lunetta, direi che è estremizzata la sfaccettatura angolare, trasformando la cassa di questo meraviglioso esemplare in un progetto senza tempo, attuale ed ancora portabilissimo anche dopo quasi sessant’anni dalla sua ideazione!
Guardandoli da più prospettive è evidente come abbiano una particolare “splendenza”, proprio grazie ai riflessi degli angoli e delle superfici della cassa e del quadrante. Alternando superfici lucide e satinate per meglio giocare con la luce.
Ovviamente un effetto del genere si può ottenere solo attraverso lavorazioni molto raffinate e costose, spesso eseguite a mano (famosa è la tecnica di lucidatura Zaratsu).
Lo stesso Tanaka spiega che: “Il motivo per cui l'ho usato solo per i prodotti di lusso è che è una forma molto problematica dalla progettazione alla produzione e non può essere utilizzata per modelli a basso prezzo. E questo è qualcosa che non puoi gestire solo con disegni e schizzi. Anche la conoscenza dei materiali e dei metodi di lavorazione è necessaria, e non può essere messa insieme a meno che non si faccia un modello reale, si facciano correzioni”.
Quindi “è diventato lo standard per gli orologi di fascia alta e alta precisione di Seiko”.
Oltre alla questione della linearità e bellezza delle forme, rimaneva comunque di fondamentale importanza mantenere grande simmetria, eleganza e leggibilità nei quadranti.
Tanaka ha stabilito, a tal proposito, principi guida che sono riconoscibili anche nella attuale produzione Grand Seiko! Questo disegno originale Seiko degli anni ‘60 potrebbe tranquillamente rappresentare un moderno Grand Seiko. Sono descritte le principali regole di design:
- configurazione super piana di tutte le superfici;
- super pendenza inversa (forma laterale con zero parte verticale, dovuta alla pendenza inversa);
- super finitura a specchio della maggior parte delle superfici, eseguita a mano da un maestro lucidatore specificamente formato;
- finitura sfaccettata taglio diamante degli indici, con indice doppio alle ore 12 (aumentando così lucentezza e leggibilità!);
- finitura sfaccettata taglio diamante, ultra nitida ed ultra a specchio delle lancette;
- quadranti piatti e senza alcuna distorsione da qualsiasi direzione siano osservati;
- corona il più possibile inglobata nel profilo della cassa.
L’interazione con la luce, dunque, delle superfici della cassa, degli indici e delle lancette sfaccettate e super lucide, il sapiente uso della alternanza tra superfici lucide e satinate, ha ossessivamente guidato il designer nipponico nella creazione di uno stile allo stesso tempo funzionale e “scintillante”.
“Il signor Tanaka mirava a completare un "orologio scintillante" che non perdesse rispetto alla Svizzera, ma questo richiedeva anche standard molto elevati per la produzione di custodie e quadranti. Tuttavia, in risposta a ciò, superando le difficoltà, lo stile Seiko è maturato e alla fine è stato riconosciuto all'estero come una delle forme più complete dello stile dell'orologio”.
Direi che il “signor Tanaka”, come viene definito con la classica essenzialità dello stile giapponese, è pienamente riuscito nel suo intento!
In più, mi sembra evidente che le “guance” che circondano i quadranti dei modelli fotografati, nonostante spigoli e bordi affilati, siano comunque “morbidamente avvolgenti”, creando un piacevole e raffinato contrasto, una miscela di angoli nitidi, superfici brillanti e linee delicatamente curve. Aspetto, questo, dello stile creato da Tanaka, non sempre adeguatamente sottolineato.
Si dice che in quel periodo Seiko fosse impegnata nel produrre i migliori orologi al mondo, sfidando l’occidente anche sullo spinoso territorio della cronometria. Questi due cronometri automatici certificati King Seiko dei primissimi anni ‘70 sono tra i più rappresentativi di uno stile ormai maturo. Interessante anche un più “importante” cronometro manuale della serie 45. Quest’ultimo, pur avendo una forma a cuscino e meno spigolosa, rientra a pieno titolo nei suddetti “canoni”.
ed è, sotto il profilo del design, una delle creature King Seiko più riuscite di sempre.
Dalle immagini si nota la raffinata lavorazione delle casse, l’alternanza di superfici lucide e satinate. Ogni disegno, pur rientrando nei canoni della “grammatica” definisce forme uniche. Ciascun orologio raffigurato è sostanzialmente diverso dagli altri, ma comunque dotato di grande personalità!
Taro Tanaka, diversamente da altri grandi personaggi della storia relativamente recente della orologeria mondiale, ha il merito di aver legato la sua visione creativa ad un solo nome: Seiko. Con la sua opera ha sostanzialmente contribuito a determinare l’identità ed il successo del marchio nipponico, una azienda che, senza trionfalismi, ha sempre perseguito l’eccellenza. L’eredità della sua opera è più viva che mai nello splendore dei moderni Grand Seiko!
Colleziono da sempre orologi degli anni ‘60 e ‘70 delle maisons più prestigiose (svizzere e non), ma devo riconoscere che la storia di Seiko e delle creazioni nate dalla collaborazione con Tanaka esercitano su di me un fascino particolare. Ritengo che non fossero molti i marchi, in quegli anni, a proporre tanti modelli dall’armonia e dalla personalità indiscutibili (oltre che meccanicamente eccellenti); disegni unici e raffinati, nati dalla matita del “signor Tanaka”, che stanno progressivamente guadagnando, anche in Occidente il riconoscimento e la valorizzazione (anche da un punto di vista collezionistico) che meritano. Prova ne sia la presenza in costante aumento dei Grand Seiko vintage nei cataloghi delle più prestigiose case d’asta mondiali.
Mi piace concludere con una serie di medaglioni d’oro che, se anche non fanno propriamente parte del disegno della cassa, contribuiscono alla esclusività dei King e Grand del periodo “dorato” dei Seiko vintage. A parte il leone, simbolo riservato a tutti i cronometri del primo periodo (pre certificazione ufficiale JCII), gli altri appartengono a Grand e King Seiko con calibri di provenienza sia Suwa, che Daini. Entrambe le aziende hanno prodotto le stesse meccaniche per King e Grand. La differenza era data dal grado di accuratezza, che per Grand arrivava ad AAAA (+2/-2 sec-die nel caso dei VFA) e per King si fermava ad AA (-3/+5 sec-die) nei cronometri superiori e special ufficialmente certificati. Per quanto riguarda i cronometri certificati King Seiko della serie 52xx mi sembra importante fare una considerazione. Si tratta degli ultimi calibri certificati progettati ex-novo dalla divisione di Kameido. Sembra che le soluzioni tecniche impiegate fossero molto raffinate e che il grado di precisione raggiungibile da queste meccaniche fosse quanto di meglio esisteva in casa Seiko (alcuni azzardano paragoni con i VFA). Forse non sapremo mai come siano andate realmente le cose, ma mi piace riportare “l’albero genealogico” di tutti i calibri Seiko, dal quale si evince chiaramente che i moderni calibri automatici hi-beat che sono incassati negli attuali Grand Seiko derivano direttamente dalla serie 52 di Daini!
Edited by Plissico - 26/4/2024, 19:22Attached Image. -
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Interessante, grazie! . -
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Uno dei grandi designer di questo mondo. Molto interessante, grazie. . -
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Conosco la storia perché sono anche io un appassionato Seiko soprattutto dei king seiko vintage, ma è cmq una lettura molto bella e piacevole, permettimi un appunto, da quanto ho letto la grammatica del design era riservata alla fascia alta..ma a mio avviso non è così, o almeno in parte nel senso che le lavorazioni sulle casse degli orologi premium sono sicuramente più elevate e precise
ma lo stile di tanaka si può vedere anche in un 7005 8000 seppure con lavorazioni molto inferiori o in un 5606 7000 che erano fascia bassa e media... correggimi se sbaglio. -
.Conosco la storia perché sono anche io un appassionato Seiko soprattutto dei king seiko vintage, ma è cmq una lettura molto bella e piacevole, permettimi un appunto, da quanto ho letto la grammatica del design era riservata alla fascia alta..ma a mio avviso non è così, o almeno in parte nel senso che le lavorazioni sulle casse degli orologi premium sono sicuramente più elevate e precise
ma lo stile di tanaka si può vedere anche in un 7005 8000 seppure con lavorazioni molto inferiori o in un 5606 7000 che erano fascia bassa e media... correggimi se sbaglio
Non sbagli! Ho scritto che la sua influenza arriva molto più in là di King e Grand (Pogue, Bullhead, serie 5,…), ma il fatto che le lavorazioni più estreme e costose fossero riservate ai Seiko di fascia alta l’ha scritto lui. Leggi il testo virgolettato. Un saluto. -
.Non sbagli! Ho scritto che la sua influenza arriva molto più in là di King e Grand (Pogue, Bullhead, serie 5,…), ma il fatto che le lavorazioni più estreme e costose fossero riservate ai Seiko di fascia alta l’ha scritto lui. Leggi il testo virgolettato. Un saluto
Ah ok mi sara' sfuggito qualche passaggio, errore mio. -
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Grazie 🙏 . -
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Che bell'articolo.
Grazie della condivisione. -
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Grazie del contributo, Plissico . . -
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Complimenti e grazie per la discussione aperta... . -
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Grazie . -
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Grazie, bellissima lettura. Complimenti . -
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Grazie . -
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grazie mille per il post, pedagogico e ben corredato da illustrazioni . -
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Senza scomodare GS/KS... un orologio per tutti, che segue decisamente le direttive di Tanaka
Anche per il quadrante, secondo il quale l'indice a ore 12 deve essere il doppio di tutti gli altri
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