Vecchia Scuola - Ebel Sport Classic Chronograph e molto altro ancora

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    Alcuni marchi sembrano essere in grado di cavalcare l'onda del successo nel momento più straordinario e impegnativo. Un grande esempio di questo fu Ebel. Durante la crisi del quarzo, Pierre-Alain Blum, il nipote dei fondatori di Ebel, era l'amministratore delegato del marchio. Le sue realizzazioni in quel periodo furono a dir poco geniali. Cosa fece? Negli anni '70, Ebel sviluppò i propri movimenti al quarzo. Quei movimenti diedero a Blum la possibilità di rianimare uno dei calibri cronografici più leggendari del mondo e usarlo per realizzare il Cronografo sportivo Ebel Classic.

    foto_1_0

    Mentre molti marchi di orologi erano in lotta per la sopravvivenza, Ebel stava entrando in uno dei due decenni più redditizi. Negli anni '70, l'azienda riconobbe l'impatto del movimento al quarzo e decise di sviluppare e costruire autonomamente quei movimenti. Tra gli altri successi dovuti a questa capacità: un contratto con Cartier nel 1975 per produrre orologi per loro. Ciò includeva la linea “Must de Cartier". La combinazione dei forti disegni di Cartier in casse di vermeil con un movimento al quarzo ottenne un grande successo. Tutto questo era dovuto principalmente al fatto che Cartier li aveva commercializzati ad un prezzo da conferire loro lo status, ma comunque accessibili ad un ampio numero di clienti. Cartier venne spesso criticato per aver reso la linea "Must de Cartier" a buon mercato. Tuttavia, erano una risposta logica ai diretti concorrenti, ben fatta, e costituì la base della reintegrazione di Cartier come uno dei marchi di lusso di alto livello, una posizione che avevano perso lentamente dopo la morte dei fratelli Cartier. Quello che Swatch è riuscito a fare per i marchi SMH (Swatch-group) è ciò che la collezione di Must de Cartier ha fatto per Cartier. Inoltre, Ebel beneficiò indirettamente del loro successo, in quanto le entrate derivanti da questo contratto furono utilizzate per espandere il marchio Ebel stesso.

    Nel 1977, Ebel lanciò la linea "Sport Classic". Questi orologi presentavano una cassa monoscocca, una ghiera trattenuta da 5 viti e un bracciale a onde integrato. Lo Sport Classic ebbe un enorme successo. Non solo perché era ben fatto e aveva un aspetto distintivo, unico, ma anche perché era stato abilmente commercializzato da Blum. Prima dell'introduzione di Sport Classic, Blum aveva ampliato la rete di concessionari Ebel per ottenere una presenza significativa in tutti e 5 i continenti. Inoltre, Ebel iniziò a sponsorizzare importanti eventi sportivi come l'European Masters Golf Tournament e la Coppa Davis nel tennis. Nel corso degli anni, Ebel è stata persino in grado di convincere le celebrità a indossare e promuovere i loro orologi, vantando nomi famosi in molte delle loro pubblicità. Tra questi, i piloti di Formula 1 Alain Prost e Niki Lauda, le stelle del tennis Stefan Edberg e Yannick Noah.

    Tuttavia, la maggior parte degli orologi della linea Sport Classic presentavano ancora un movimento al quarzo. All'inizio degli anni '80, Blum molto lungimirante intuì che ci sarebbe stata una rinascita degli orologi meccanici. Voleva aggiungere un cronografo meccanico alla linea Sport Classic. Poiché Ebel, a quel tempo, non produceva in house un movimento cronografico meccanico, si mise alla ricerca di un'azienda che potesse fornirgliene uno. La sua ricerca individuò in Zenith una possibile partnership. Zenith aveva introdotto El Primero nel 1969, ma presto cessò la sua produzione a causa della diminuzione della domanda dovuta alla crisi del quarzo. I dirigenti Zenith erano così convinti che l'era dell'orologeria meccanica fosse finita e ordinarono lo smaltimento di tutti i macchinari necessari per produrre il Primero. Fortunatamente un orologiaio Zenith riuscì a nascondere gran parte dei macchinari.

    foto2_1

    Nel 1982, il cronografo fu aggiunto alla collezione Ebel Sport Classic. Ospitava il calibro Ebel 134, che non era niente di più o meno di un El Primero 400. A differenza di quello che Rolex avrebbe fatto in seguito con l'El Primero nel Daytona 16520, Ebel mantenne la frequenza dei movimenti alle leggendarie 36.000 alternanze/ora. Il resto del design dell'orologio era in linea con la famosa linea Sport Classic, incluso il bracciale a onde.

    Lo Sport Classic Chronograph divenne famoso in tutto il mondo quando recitò al polso di Don Johnson. Lo indossò nel ruolo di Sonny Crockett, uno dei personaggi principali del popolare show televisivo Miami Vice. Dalla terza stagione in poi, che iniziò ad andare in onda nel settembre del 1986, Ebel sponsorizzò l'intero cast. Mise in ombra il Rolex Day-Date, come la Ferrari Daytona Spyder, che in realtà era una Corvette rinnovata. La nuova stella era il cronografo Ebel Sport Classic in oro. Dal momento che il clima caldo di Miami e l'abitudine di Sonny Crockett di indossare T-shirt significava a livello pubblicitario un grande ritorno di immagine, e quindi l'Ebel ottenne molto più di 15 minuti di fama…

    foto_3

    Nonostante El Primero fosse ultra collaudato e universalmente apprezzato, Ebel decise di arricchire ulteriormente il loro Sport Classic Chrono con un altro passo in avanti. Nel 1990, la società iniziò lo sviluppo del proprio calibro del cronografo. Questo fu presentato nel 1995 come calibro 137 e usato in un altro famoso modello Ebel, il Modulor 1911. Questo segnò la fine dell'uso del movimento El Primero di Ebel. Tuttavia, l'Ebel Sport Classic Chrono è ancora un orologio molto desiderabile, ed è anche ricercato dagli intenditori che apprezzano la combinazione di un movimento leggendario avvolto in un design di cassa e bracciale che è diventato un classico a sé stante.

    Martin Green
    Libera traduzione mia. Courtesy by ©Monochrome

    Edited by Roberto Pensiero - 7/2/2018, 18:24
     
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    Sempre un piacere rileggere la storia di Ebel. :I:
    Io, il cronoperpetuo me lo sogno anche la notte :EM03: !!!
     
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    Molto interessante.. ritengo Ebel una Maison molto affascinante... sopratutto i modelli Gmt...
     
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    CITAZIONE (Roberto Pensiero @ 7/2/2018, 15:50) 
    Fortunatamente un orologiaio Zenith riuscì a nascondere gran parte dei macchinari.

    Rendiamo giusto merito a Charles Vermot e a quello che ha fatto.
    Copio e incollo da questo " storico" 3D di nicola1960 ( per chi volesse approfondire sulla storia dell'El Primero
    https://orologi.forumfree.it/?t=31321982
    Lo so sono un po' OT...
    Quote
    La storia del “El Primero”, che si sarebbe forse interrotta negli anni 70, a seguito della produzione degli orologi al quarzo, continuò, secondo la leggenda, grazie a un tecnico orologiaio della Zenith, Charles Vermot che negli anni ’70 fu l’artefice del salvataggio del famoso calibro dall’iconoclastia elettronica degli americani.
    .....
    Monsieur Charles Vermot lavorava nel settore dal 1936, e dal l’inizio degli anni ’40 si era specializzato nei cronografi.
    L’idea che fosse abbandonata la realizzazione di quel calibro cronografico così perfetto, gli appariva, però, come un’offesa al buon senso, sperando che sarebbero tornati tempi migliori per l’orologeria meccanica.
    In questo contesto, nacque la decisione di copiare, di nascosto e in disobbedienza alle direttive dei vertici della Maison, i progetti, le matrici e gli utensili necessari per la fabbricazione del celebre calibro.
    Decise, allora, di conservare gli elementi che, un giorno, avrebbero permesso di riportarlo in vita semplicemente conservandone la memoria a vantaggi della Maison stessa per il futuro. Rubando alcune ore ai suoi nuovi incarichi, rimanendo oltre il dovuto sul posto di lavoro e accedendo furtivamente agli schedari e ai magazzini della Manifattura, iniziò una sua personale opera di catalogazione e conservazione dei piani e dei progetti utili per la sua costruzione: recensì, etichettò e classificò i vari piani tecnici, molti dei quali riproducendoli a mano; lo stesso fece per le matrici e gli utensili necessari alla fabbricazione. Il difficile fu, però, non tanto reperire il materiale, anche perché, al di là di tutto, gli americani erano completamente disinteressati all’argomento, quanto farlo uscire senza essere scoperto. Decise, allora, di disseminare il "tesoro" nelle soffitte delle diverse sedi del gruppo Zenith, usufruendo dei continui traslochi che, in quei tempi, stavano cambiando il volto logistico della Maison.
    Quote
    Il chrono Ebel dial nero/indici e compax in oro è uno di quelli che mi piace di più
    Perché ho già il chronomaster ma altrimenti...
    ;)
     
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    CITAZIONE (Bonimba @ 7/2/2018, 17:58) 
    Rendiamo giusto merito a Charles Vermot e a quello che ha fatto.
    Copio e incollo da questo " storico" 3D di nicola1960 ( per chi volesse approfondire sulla storia dell'El Primero
    https://orologi.forumfree.it/?t=31321982
    Lo so sono un po' OT...
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    La storia del “El Primero”, che si sarebbe forse interrotta negli anni 70, a seguito della produzione degli orologi al quarzo, continuò, secondo la leggenda, grazie a un tecnico orologiaio della Zenith, Charles Vermot che negli anni ’70 fu l’artefice del salvataggio del famoso calibro dall’iconoclastia elettronica degli americani.
    .....
    Monsieur Charles Vermot lavorava nel settore dal 1936, e dal l’inizio degli anni ’40 si era specializzato nei cronografi.
    L’idea che fosse abbandonata la realizzazione di quel calibro cronografico così perfetto, gli appariva, però, come un’offesa al buon senso, sperando che sarebbero tornati tempi migliori per l’orologeria meccanica.
    In questo contesto, nacque la decisione di copiare, di nascosto e in disobbedienza alle direttive dei vertici della Maison, i progetti, le matrici e gli utensili necessari per la fabbricazione del celebre calibro.
    Decise, allora, di conservare gli elementi che, un giorno, avrebbero permesso di riportarlo in vita semplicemente conservandone la memoria a vantaggi della Maison stessa per il futuro. Rubando alcune ore ai suoi nuovi incarichi, rimanendo oltre il dovuto sul posto di lavoro e accedendo furtivamente agli schedari e ai magazzini della Manifattura, iniziò una sua personale opera di catalogazione e conservazione dei piani e dei progetti utili per la sua costruzione: recensì, etichettò e classificò i vari piani tecnici, molti dei quali riproducendoli a mano; lo stesso fece per le matrici e gli utensili necessari alla fabbricazione. Il difficile fu, però, non tanto reperire il materiale, anche perché, al di là di tutto, gli americani erano completamente disinteressati all’argomento, quanto farlo uscire senza essere scoperto. Decise, allora, di disseminare il "tesoro" nelle soffitte delle diverse sedi del gruppo Zenith, usufruendo dei continui traslochi che, in quei tempi, stavano cambiando il volto logistico della Maison.
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    Il chrono Ebel dial nero/indici e compax in oro è uno di quelli che mi piace di più
    Perché ho già il chronomaster ma altrimenti...
    ;)

    Grazie mille, e non è per nulla OT anzi entra proprio nel merito profondo del Topic, nel passo dove cita "un orologiaio che aveva nascosto tutti i macchinari" ;) Certo a quell'uomo un monumento dovrebbero dedicargli :)
    Interessantissimo, grazie ancora.
    Roberto

    Edited by Roberto Pensiero - 7/2/2018, 18:35
     
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    Grazie mille per il ripasso storico, che è sempre un piacere
    Ma la mia domanda è: perché tanto lungimirante (Pierre-Alain Blumm) non è riuscito a mantenere alto il nome della Ebel?

    Saluti
    Stefano
     
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    CITAZIONE (Buscaglione @ 7/2/2018, 19:21) 
    Grazie mille per il ripasso storico, che è sempre un piacere
    Ma la mia domanda è: perché tanto lungimirante (Pierre-Alain Blumm) non è riuscito a mantenere alto il nome della Ebel?

    Saluti
    Stefano

    A causa di investimenti errati, nel 1994 la famiglia cedette la società alla finanziaria Investcorp.
    Nel 1999 il marchio fu acquistato da LVMH, che cinque anni più tardi lo rivendette allo statunitense Movado Group per 61,5 milioni di franchi svizzeri.
    Dopo aver brillato sotto i riflettori dei media tra il 1989 e il 1994, grazie al suo spettacolare dinamismo alla guida dell'azienda familiare Ebel, Pierre-Alain Blum si era silenziosamente eclissato. Non ha mai mollato gli affari. Con l'aiuto di cinque soci, è diventato nel 2001 l'azionista di riferimento del marchio francese Vilebrequin che si occupa di tutt'altro che orologi, ma abbigliamento da bambini. Ha tentato di riacquistare da solo l'Ebel ma rimase molto male quando gli dissero che non era in vendita ma in realtà già avevano firmato la cessione alla Movado Group. La fine ingloriosa è ben nota: Blum, rovinato dal successo, impantanato in impegni audaci e spese stravaganti.
    La lungimiranza non sempre è portatrice di fortuna o di buoni investimenti, si possono prendere anche belle cantonate.
    Roberto
     
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    CITAZIONE (Roberto Pensiero @ 7/2/2018, 19:58) 
    A causa di investimenti errati, nel 1994 la famiglia cedette la società alla finanziaria Investcorp.
    Nel 1999 il marchio fu acquistato da LVMH, che cinque anni più tardi lo rivendette allo statunitense Movado Group per 61,5 milioni di franchi svizzeri.
    Dopo aver brillato sotto i riflettori dei media tra il 1989 e il 1994, grazie al suo spettacolare dinamismo alla guida dell'azienda familiare Ebel, Pierre-Alain Blum si era silenziosamente eclissato. Non ha mai mollato gli affari. Con l'aiuto di cinque soci, è diventato nel 2001 l'azionista di riferimento del marchio francese Vilebrequin che si occupa di tutt'altro che orologi, ma abbigliamento da bambini. Ha tentato di riacquistare da solo l'Ebel ma rimase molto male quando gli dissero che non era in vendita ma in realtà già avevano firmato la cessione alla Movado Group. La fine ingloriosa è ben nota: Blum, rovinato dal successo, impantanato in impegni audaci e spese stravaganti.
    La lungimiranza non sempre è portatrice di fortuna o di buoni investimenti, si possono prendere anche belle cantonate.
    Roberto

    Grazie mille

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    Grazie Roberto, gran bel contributo. Ebel occupa un posto particolare nel mio cuore- i suoi crono sono tra i miei favoriti e casse e bracciali sono rimarchevoli. Per altro gli sforzi profusi da Ebel per la progettazione e realizzazione del calibro “in-house” 137 (grosse diatribe al riguardo, ma io lo definisco tale) non sono andati interamente perduti in quanto brevetti, macchinari e ricambi sono stati acquisiti da Ulysse Nardin nell’ormai lontano 2012 per animare i crono della linea Marine. La storia continua :). Io nel mentre mi godo il mio ottimo 1911 Le Modulor

    E5228FEA_6529_435D_9C6E_975E74772F7E
     
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    CITAZIONE (mmazzini1 @ 7/2/2018, 20:26) 
    Grazie Roberto, gran bel contributo. Ebel occupa un posto particolare nel mio cuore- i suoi crono sono tra i miei favoriti e casse e bracciali sono rimarchevoli. Per altro gli sforzi profusi da Ebel per la progettazione e realizzazione del calibro “in-house” 137 (grosse diatribe al riguardo, ma io lo definisco tale) non sono andati interamente perduti in quanto brevetti, macchinari e ricambi sono stati acquisiti da Ulysse Nardin nell’ormai lontano 2012 per animare i crono della linea Marine. La storia continua :). Io nel mentre mi godo il mio ottimo 1911 Le Modulor

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    Grazie e complimenti per il bellissimo Le Modulor.
    Roberto
     
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    CITAZIONE (Fansie @ 7/2/2018, 17:06) 
    Sempre un piacere rileggere la storia di Ebel. :I:
    Io, il cronoperpetuo me lo sogno anche la notte :EM03: !!!

    Se ti può conciliare il sonno, ecco il mio di cui sono molto soddisfatto ...
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    grandi orologi,
    se non si toccano,non ci si rende conto della setosità che hanno le casse e i bracciali di Ebel.
     
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    CITAZIONE (fabri 5.5 @ 7/2/2018, 21:11) 
    grandi orologi,
    se non si toccano,non ci si rende conto della setosità che hanno le casse e i bracciali di Ebel.

    Ciao Fabrizio,
    sì, è vero. E tu hai il solo tempo, mi sembra.
    Roberto
     
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